Mondragone, la pandemia della schiavitù
Mondragone si trova in una parte d’Italia lontana, non solo geograficamente ma anche economicamente dal resto del Paese. Una parte d’Italia dove gli allentamenti del lockdown e il ricominciare della vita non vengono festeggiati tra calici di prosecco e spritz, in barba alle regole del buonsenso.
Prima la vita o il lavoro?
È stato questo l’amletico enigma che ha contraddistinto i giorni nefasti del Covid19. Si è chiusa l’Italia quando non si poteva fare a meno anche se, nella locomotiva Lombarda, molte aziende autocertificandosi come indispensabili hanno continuato a chiamare la gente al lavoro incrementando il numero dei positivi al virus.
Il Dio mercato quindi detta regole mandando al macero la vita delle persone, come quelle vite disperate di Mondragone, “i bulgari”, come vengono definiti da tutta la stampa nazionale. Esseri umani che vivono al di sotto della povertà, costretta a fuggire dalla quarantena coatta onde evitare di perdere il lavoro, sottopagato e sfruttato.
Mondragone tra degrado e disperazione
Entrare in uno degli appartamenti delle palazzine “Cirio” che ospitano questi disperati è fare un salto all’indietro. Materassi ammassati a terra, finestre rotte, impianti elettrici inesistenti con affitti pagati a caro prezzo ad italiani brava gente che, dinnanzi al denaro preferiscono girare la testa dall’altra parte perché siamo abili a dimenticare e bravi ad additare.
La paga della disperazione è quella classica che va dai 3 ai 4 euro l’ora, una paga che nessuno, italiani compresi, accetterebbero mai. Siamo dinnanzi ad una struttura che possiamo definire schiavistica, che manda avanti un settore lavorativo tramite posizioni sociali infime e servili.
Bisogna stare attenti a dipingere i fatti di Mondragone con il comodo “Noi contro Loro”, cosa che serve alla perenne campagna elettorale becera e populista. Siamo davanti ad uno scontro sociale che non fa distinzione di nazionalità perché nelle palazzine della Cirio a Mondragone abitano anche tanti italiani, terremotati che non hanno mai avuto una casa e che l’aspettano da più di quarant’anni. I “Casi Mondragone” sono la cartina tornasole del mondo capitalista, di un welfare al metro che arriva ad un certo punto e poi si ferma lasciando sacche di povertà che si trasforma in frustrazione e rabbia.
Siamo costretti a sentire le facili soluzioni propagandistiche dettate dal politico di turno. Purtroppo, il problema è complesso e di non facile soluzione. Siamo davanti ad un nemico invisibile, il mercato.
di Sebastiano Lo Monaco