Mogherini: Ue creerà speciali canali di pagamento con Iran
Il capo degli Affari esteri dell’Unione europea, Federica Mogherini, ha affermato che i firmatari dell’Ue rimangono fedeli all’accordo nucleare con l’Iran nonostante l’uscita degli Stati Uniti. Il gruppo sta lavorando per creare speciali canali di pagamento per fare affari con l’Iran.
La Mogherini ha letto una dichiarazione in seguito ad una riunione ministeriale dei restanti firmatari del Piano d’azione congiunto globale (Jcpoa) a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La dichiarazione delle cinque nazioni – Russia, Regno Unito, Germania, Cina e Francia – conferma che l’Iran ha rispettato la sua parte dell’accordo.
L’Ue sta lavorando per creare i mezzi per continuare a fare affari con l’Iran legalmente, in un momento in cui gli Stati Uniti stanno cercando di soffocare le esportazioni di petrolio di Teheran con le sanzioni, con l’obiettivo finale di portarle a zero. “Consapevoli dell’urgenza e della necessità di risultati tangibili, i partecipanti hanno accolto proposte pratiche per mantenere e sviluppare canali di pagamento, in particolare l’iniziativa di istituire un veicolo per facilitare i pagamenti relativi alle esportazioni dell’Iran, compreso il petrolio”, ha dichiarato la Mogherini.
L’uscita degli Stati Uniti dall’accordo nucleare iraniano a maggio ha provocato un cuneo tra l’amministrazione Trump e gli alleati degli Stati Uniti in Europa, che hanno ribadito il loro impegno per l’accordo storico. Dopo la rottura unilaterale dall’accordo multipartitico, gli Stati Uniti stanno gradualmente rimettendo le sanzioni che erano state revocate in base all’accordo, in cambio della chiusura da parte di Teheran del suo programma nucleare civile.
Il primo round di sanzioni è stato avviato in agosto, che sarà seguito da un secondo e ultimo round a novembre. Prima della scadenza del 4 novembre, gli Stati Uniti hanno spinto i loro alleati a tagliare tutti gli affari con l’Iran, minacciando le società europee con sanzioni secondarie.
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L’approccio ambiguo ha suscitato aspre critiche da Bruxelles, Francia, Germania e Regno Unito. Ad agosto, i garanti europei dell’accordo hanno affermato che stavano lavorando “alla conservazione e al mantenimento di canali finanziari efficaci con l’Iran e al proseguimento delle esportazioni iraniane di petrolio e gas” nonostante le potenziali ripercussioni.
Il presidente iraniano Hassan Rouhani e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si recheranno martedì all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’anno scorso ha visto un acceso scambio di insulti tra i due, con Trump che ha marchiato il governo iraniano come “una dittatura corrotta dietro le false sembianze della democrazia”.
di Giovanni Sorbello