Africa

Mobutu Sese Seko ed il mondo socialista

Mobutu Sese Seko ed il mondo socialista – János Kádár è stato il primo segretario del POSU, il Partito operaio socialista ungherese e leader della Repubblica e Presidente della Repubblica Popolare d’Ungheria, una delle esperienze socialiste dell’Est-Europeo più interessanti. Il leader ungherese è stata una figura molto controversa all’interno del movimento comunista mondiale, rimasto in prigione fino agli avvenimenti nel 1956 successivamente divenne leader del suo Partito con il beneplacito del segretario generale del PCUS Nikita Chruŝĉëv e venne anche in parte “idolatrato” dalla stampa occidentale per il suo “comunismo moderato”; venne elogiato da molti rappresentanti politici occidentali, fra cui il fautore dell’eurocomunismo Enrico Berlinguer. 

Dopo la sua morte, nel 1989, venne restaurato il capitalismo in Ungheria, la Repubblica Popolare aveva cessato la sua esperienza storica. Ma perché questo articolo? Per parlare di lui e dell’Ungheria Popolare? Al momento no! Intendo descrivere un argomento assai poco studiato; le relazioni fra Kádár e lo Zaire di Mobutu Sese Seko, leader dello Zaire, stato nato dopo il suo colpo di stato militare patrocinato dalla CIA per eliminare lo scomodo governo socialista di Patrice Lumumba; ma non mi limiterò alla sola Ungheria, cercherò di parlare delle relazioni fra il mondo socialista e lo Zaire in generale.

Scrive Kàdar in una sua opera pubblicata nel 1977 in Italia:

«Ultimamente nello Zaire – dove è scoppiata una ribellione regionale contro il regime di Mobutu – è stato perpetrato un intervento esterno imperialista. Agli imperialisti interessano poco i diritti dei popoli, bensì i giacimenti che vi si trovano, come per esempio, di uranio e di rame. Perciò tentano di mantenere ancora in piedi il loro regime neocoloniale di sfruttamento. I paesi socialisti hanno già espresso il loro punto di vista nei confronti dello Zaire. Anche in quella sede si riflette il nostro principio secondo cui tutti i popoli senza alcun intervento esterno devono decidere da loro stessi come vogliono vivere e quale via di sviluppo intendono percorrere.»

Queste parole del leader del POSU, mi hanno spronato a cimentarmi in questa ricerca con passione e determinatezza per cercare di scoprire di più sulle relazioni fra un regime avamposto della CIA in Africa centrale e gli Stati socialisti dell’Est Europeo; in particolar modo l’Ungheria con a capo il suo leader, János Kádár.

Cercare di risolvere un enigma

Perché parlo di enigma? Poiché è molto difficile trattare un argomento come le relazioni fra due stati che hanno segnato la storia del XX secolo o meglio cercare di delineare perfino i rapporti fra uno stato come lo Zaire, oramai decaduto e succeduto dalla Repubblica Democratica del Congo, e gli Stati socialisti est europei. Il regime di Mobutu Sese Seko nasce nel 1965 dopo un colpo di Stato portato a termine dopo anni di guerra civile. Mobutu successivamente cambierà il nome alla Repubblica Democratica del Congo in Zaire, che deriva dal nome in lingua dialettale locale Nzeri che significava fiume, cioè il Fiume Congo, che bagnava e dava il nome allo Stato africano.

Mobutu e l’aiuto della Cia

Mobutu cambiò molti nomi in lingua straniera sostituendoli in lingua locale. Cambiò tanti aspetti del nuovo ordinamento statale allo scopo di eliminare “le influenze straniere”, nonostante fosse arrivato al potere con l’aiuto straniero degli Stati Uniti e della CIA insieme ai servizi segreti belgi con l’obbiettivo di rovesciare, valendosi del loro appoggio, il Presidente Patrice Lumumba, prestigioso leader del movimento nazionale congolese di ispirazione nazionalista-progressista che aveva l’obbiettivo di instaurare un sistema socialista per trascinare il paese fuori dalla povertà.

Mobutu è stato fino al 1997 a capo dello Zaire. Con la fine, nel triennio 1989-1991, del blocco socialista, i paesi occidentali cessarono di appoggiare il suo regime, il quale subì una lenta caduta fino al suo collasso totale ed alla fine di questa esperienza politica.

Il regime di Mobutu era estremamente corrotto: questa corruzione portò il paese ad una crisi economica più o meno accentuata a seconda dei periodi e alla creazione di un’economia sommersa. Per questo, secondo alcuni analisti occidentali, il regime optò per riforme che andavano dalle nazionalizzazioni ad un libero mercato sfrenato e a un completo servilismo nei confronti dell’Occidente (in particolare degli USA).

Gli analisti occidentali cercano di paragonare l’economia sommersa createsi in Ungheria e nei paesi socialisti a quella dello stato dello Zaire; questo paragone non è del tutto errato, ma parliamo di economie impostate su presupposti diversi. Lo Zaire cercava di ricorrere ad un controllo sempre più afferrato dello stato su un’economia fondata prevalentemente sull’esportazione di minerali grezzi e raffinati, prodotti di piantagione con un’agricoltura arretrata e con un 60% di popolazione che vive senza praticare alcuna attività retribuita.

Infine, il paese aveva raggiunto livelli di indebitamente altissimi coi paesi occidentali e gli organismi internazionali. Lo Stato ungherese e gli altri paesi socialisti ricorrevano a riforme capitalistiche per superare certe contraddizioni insite in questi paesi per superare la transizione dal capitalismo al socialismo. Poi, nell’Est Europa, queste contraddizioni non furono superate ed esplosero nel periodo della Perestrojka che vide il culmine e la fine di queste esperienze nel triennio 1989-1991.

Kádár parlava, nella sua opera prima citata, di alcune rivolte fomentate dagli Stati imperialisti occidentali nello stato dello Zaire. Egli faceva riferimento ai ribelli della regione del Katanga appoggiati dall’URSS e dall’Angola contro il regime di Mobutu. Erano combattenti internazionalisti, ma nonostante l’opposizione di Mobutu a questi movimenti e il suo sfrenato anticomunismo, ciò fornì il pretesto agli USA per piantare il loro “seme” volto a corrodere il suo regime, seppure vi siano poche fonti a sostegno della tesi per la quale gli USA abbiano “tradito” Mobutu per corrodere un regime da essi stessi supportato.

Tuttavia, è un dato di fatto che il regime di Mobutu venne abbandonato dagli Stati Uniti dopo la fine del blocco socialista, poiché considerato corrotto, obsoleto e incamminato verso la sua fine. Preferirono, tanto gli imperialisti  americani quanto quelli europei, concentrarsi sul controllo del paese tramite lo sfruttamento sempre più intenso ad opera delle multinazionali. Il rapporto fra l’Ungheria di Kádár e lo Zaire era limitato a poche e sporadiche relazioni; evidentemente, ci sono troppe poche fonti per parlare di un vero e proprio rapporto bilaterale fra i due paesi.

I rapporti più fiorenti fra uno stato socialista e lo Zaire si ebbero con la Repubblica Popolare Cinese. Mobutu incontrò il leader cinese Mao Zedong nel pomeriggio del 13 gennaio 1973 a Pechino. Secondo quanto dichiarato dalla Peking Review, quel giorno era immerso nell’amicizia fra il popolo dello Zaire ed il popolo cinese. V’erano striscioni ove trapelava il supporto e l’amicizia della Cina al popolo dello Zaire per la sua indipendenza e la sua sovranità nazionale. Il premier cinese Zhou Enlai, presente al colloquio tra Mao e Mobutu, espresse le seguenti parole:

«La Repubblica Popolare Cinese e la Repubblica dello Zaire hanno due diversi sistemi politici e sociali, ma entrambi i paesi sono nazioni in via di sviluppo. Entrambi i nostri paesi hanno avuto e condiviso le stesse esperienze nella cooperazione con gli altri paesi del terzo mondo. Speriamo che i nostri paesi sviluppino relazioni amichevoli ed un rapporto di cooperazione basato sui Cinque Principi per il rispetto della sovranità ed integrità territoriale, la reciproca non aggressione, non interferenza negli affari interni, uguaglianza e benefici reciproci ed infine la pacifica coesistenza.»

Mobutu rispose alle parole del Premier cinese Zhou Enlai con parole assai interessanti, per essere un “leader corrotto alla mercé americana”. “La mia visita; non è solo una visita che ho fatto per portare un messaggio di solidarietà e di amicizia e pace al popolo cinese, ma è stata anche un modo per vedere, capire meglio e conoscere ancora di più il popolo cinese. Credo che dall’ospitalità, che mi avete concesso, si svilupperanno buone relazioni ed una buona cooperazione in ambito economico e politico.”

Egli fece anche un proclama di solidarietà antimperialista parlando del continente africano

“La situazione che preesiste in Sudafrica, in Namibia ed in Rhodesia e nelle colonie portoghesi finisca! Costituisce una vergogna per l’umanità! È giunta l’ora che i popoli e i paesi africani si uniscano per mettere fine alla situazione di razzismo, di apartheid e di dominazione dei colonialisti al di sopra dei popoli africani!”

Questo incontrò finì fra i cori di una canzone di amicizia fra Cina e Zaire, “Rendez-vous a Kinshasa and Great Peking” e con la firma di diversi trattati di cooperazione fra i due paesi. Mobutu ed i membri del suo governo lasciarono Pechino il 15 gennaio alla volta dello Zaire.

Le relazioni fra Cina e Zaire rimasero tese fino a questa visita, ma visto il supporto dell’URSS, della DDR e di Cuba ai ribelli katanghesi, la Cina preferì appoggiare Mobutu poiché le relazioni fra l’URSS e la Repubblica Popolare Cinese si erano da tempo deteriorate nel quadro della crisi sino-sovietica.
Mao e Mobutu decisero di supportare il Fronte Nazionale di Liberazione dell’Angola (FNLA) contro il Movimento Popolare di liberazione dell’Angola (MPLA), filo-sovietico. Il FNLA si costituì in partito politico nel 1992. Tuttavia il potere politico è ancor oggi detenuto in gran parte dal MPLA.

I cinesi provvidero ad estinguere il debito con la Cina dello Zaire, che ammontava a 100 milioni di dollari e  continuarono ad inviare assistenza tecnica e militare allo Zaire. Dopo l’abbandono da parte dell’Occidente, Mobutu chiese aiuto ai cinesi per sviluppare rapporti nell’ambito di progetti agricoli nel paese. Mobutu visitò anche la Repubblica Popolare Democratica di Corea (Corea del Nord) nello stesso periodo, rimanendone molto colpito. Ebbe supporto militare e diplomatico da parte della Corea e del suo leader Kim Il Sung fino al 1977, ma dopo il riconoscimento del governo del MPLA in Angola da parte della Corea Popolare, i rapporti fra i due paesi subirono un declino e molti assistenti militari nordcoreani lasciarono lo Zaire.

L’agenzia stampa nordcoreana KCNA nel 2003 ricordò Mobutu per aver regalato al Presidente Kim Il Sung alcuni scimpanzé nel marzo 1984 che attualmente si sono riprodotti allo Zoo di Pyongyang. Dopo le visite di Mobutu in Cina ed in Corea del Nord egli decise di aprire diverse cooperative agricole, ispirato dai sistemi socialisti orientali. Vennero pubblicate perfino opere di Kim Il Sung in francese e di teorici cinesi. 

Relazioni dello Zaire con i paesi membri del Patto di Varsavia

L’Unione Sovietica inizialmente reagì in modo molto negativo al colpo di stato di Mobutu del 1965 contro il leader socialista Lumumba, come già ricordato, con l’aiuto dei servizi segreti statunitensi e belgi denunciando la “presa americana del paese”. Tuttavia, la nazionalizzazione dell’UMHK (Union Minière du Haut Katanga) e il riorientamento della politica estera del nuovo regime portarono a valutazioni più positive da parte dei portavoce sovietici.

Nel 1967, i negoziati tra Zaire e Unione Sovietica portarono al ristabilimento di normali relazioni tra i due paesi e un nuovo ambasciatore sovietico presentò le sue credenziali all’inizio del 1968. I legami formali con l’Unione Sovietica erano utili, poiché Mobutu, ancora strettamente legato agli Stati Uniti, voleva presentarsi agli occhi dei leader africani come leader non allineato e sostenitore delle cause indipendentiste, anti-coloniali e come aspirante leader del movimento dei non allineati. Tuttavia, l’utilità principale di una presenza sovietica era ancora quella di fornire un capro espiatorio visibile. I diplomatici sovietici furono espulsi tra il 1970 e il 1971, poiché avevano fomentato disordini tra gli studenti universitari e svolto altre “attività sovversive”.

Quando Mobutu sviluppò proprie ambizioni politiche come leader di punta africano e terzomondista decise di rivolgersi dapprima alla Cina ed al suo leader Mao Zedong piuttosto che all’Unione Sovietica, poiché la Cina era apprezzata dal leader africano per il suo non-allineamento. L’URSS non vide bene questi legami con la Cina, poiché i rapporti fra le due superpotenze socialiste erano assai deteriorati dalla crisi sino-sovietica.

Vi sono voci ed anche annunci che Mobutu avrebbe avuto l’idea di programmare una visita di Stato a Mosca verso la fine del 1974 ma la cosa non si concretizzò allorquando l’Unione Sovietica rifiutò di organizzare stravaganti cerimoniali a cui Mobutu si stava abituando. Invece, il leader zairiano decise di compiere un’improvvisa visita in Corea del Nord e in Cina nelle date inizialmente annunciate per la sua visita in Unione Sovietica.

Il colpo di stato contro l’ex regime coloniale portoghese del 1974 e la lotta per il controllo dell’Angola rimisero in conflitto lo Zaire e l’Unione Sovietica. Non prevedendo il pesante sostegno sovietico e cubano per il MPLA, Mobutu prese la fatidica decisione di affidare alcune unità dell’esercito Zairiano all’Angola, appoggiando il Fronte Nazionale per Liberazione dell’Angola di Holden Roberto. Le forze zairiane probabilmente operavano in Angola già nel marzo del 1975. 

Nel novembre 1975, la colonna Zaire-FNLA era ben preparata ed aveva buone possibilità di prendere Luanda, dove sarebbe stato installato un governo FNLA filo-occidentale e con il patrocinio statunitense e dello stesso Mobutu. Almeno questo era quanto rientrava nelle previsioni di Mobutu, ma quando arrivarono le truppe cubane in aiuto al MPLA le cose cambiarono. I cubani hanno inflitto una schiacciante sconfitta agli uomini di Mobutu e Holden, che sono fuggiti nello Zaire, e il MPLA ha governato da solo l’Angola almeno fino al 1992, quando l’Angola passò da un sistema socialista di impronta marxista ad un socialismo assai riformista, accettando il FLNA nelle file governative predominate comunque dal MPLA.

Il fatto che l’Unione Sovietica e lo Zaire avessero appoggiato schieramenti opposti nella guerra civile angolana hanno avuto un impatto decisivo sulla politica estera dello Zaire per il prossimo decennio o più. L’affermazione di Mobutu nei confronti della leadership africana fu preclusa, poiché la maggior parte dei governi africani si schierò con il regime del MPLA. I bisogni economici e militari sospinsero nuovamente Mobutu tra le braccia degli Stati Uniti e dei suoi alleati, e costui assunse posizioni filoamericane su questioni come il ruolo di Israele nelle organizzazioni internazionali. Questo provocò tensioni anche con la Libia di Gheddafi che accolse numerosi dissidenti zairiani.

L’URSS e gli stati del blocco orientale, tra cui principalmente l’Ungheria, la Polonia, la Repubblica Democratica Tedesca e la Bulgaria, supportarono il MPLA contro il FLNA, sostenuto invece da Mobutu. Ciò determinò rapporti ostili fra lo Zaire e i principali paesi socialisti del Patto di Varsavia. L’URSS, però, aveva il desiderio d’instaurare buone relazioni con lo stato centrafricano, a patto però che Mobutu si liberasse dal suo asservimento agli interessi occidentali. 

I paesi membri del Patto di Varsavia con migliori rapporti diplomatici e politici con il paese africano furono la Romania Socialista di Nicolae Ceauşescu e la Cecoslovacchia. La Repubblica Socialista Cecoslovacca nonostante, il suo sostegno ai gruppi marxisti ribelli, aveva l’obbiettivo di sviluppare relazioni amichevoli con lo Zaire e ci riuscì con molto successo. Come affermato nell’articolo citato, anche se il materiale che constata le relazioni amichevoli fra lo Zaire e la Cecoslovacchia sono in ceco od in slovacco e non in inglese, la Cecoslovacchia sviluppava i rapporti commerciali e diplomatici con Kinshasa tramite il Belgio.

La Romania aveva buonissime relazioni con lo Zaire e con il suo leader Mobutu, il Presidente Ceauşescu vi intratteneva un buon rapporto personale e d’amicizia. Ceauşescu aveva sempre avuto l’obbiettivo di sviluppare rapporti amichevoli con i paesi non allineati così come con i paesi dell’Europa Occidentale, cercando e riuscendo a presentarsi come interlocutore fra il primo, il secondo e il terzo mondo. Le relazioni fra il Partito Comunista Romeno e il Movimento Popolare per la Rivoluzione erano strettissime, quasi fraterne. Dopo il colpo di stato romeno del 1989, che vide con la complicità dei servizi segreti sovietici ed occidentali l’eliminazione di Ceauşescu e la conseguente caduta del socialismo in Romania, Mobutu decise di attuare una “liberalizzazione e democratizzazione del regime” l’anno successivo, nel 1990.

Il regime di Mobutu aveva anche rapporti con gli stati socialisti non facenti parte del Patto di Varsavia, in particolar modo i principali fautori del movimento dei non-allineati ed altri movimenti terzomondisti come la Jugoslavia e Cuba. Jugoslavia e Zaire erano entrambi membri del movimento dei non allineati. Con il crollo della Jugoslavia negli anni ’90, Mobutu cercò di salvare il regime grazie ad una legione di mercenari chiamata la legione bianca, composta da uomini provenienti dalla ex Jugoslavia. 

Per quanto riguarda la Repubblica di Cuba, anch’essa membro del movimento dei non allineati, lo Zaire vi ebbe rapporti similari a quelli col blocco orientale e con l’URSS. Questo perché essa sostenne attivamente, come abbiamo visto prima, i membri del MPLA nella guerra civile angolana. Mobutu però fu costretto a restaurare le relazioni bilaterali con l’Avana nel 1979 per partecipare alla conferenza dei paesi non-allineati.

Conclusione di un enigma?

Tracciare i legami di un paese come lo Zaire, nato come fantoccio delle ambizioni dell’imperialismo statunitense, francese e belga in Africa con il mondo socialista è assai complesso: i documenti a nostra disposizione sono pochi e spesso la politica del regime zairiano è risultata per lo più contraddittoria. Come abbiamo notato, Mobutu cercava d’affermare la propria leadership a livello continentale come leader africanista ed impegnato nella lotta a favore dei popoli ed ad affermare una politica nazionalistica. A dispetto della corruzione dilagante nel paese e nel suo governo e grazie al continuo supporto occidentali almeno fino al 1989, riuscì a garantire stabilità al proprio paese per 32 anni.

Mobutu Sese Seko a parer mio rimane un leader politicamente più maturo rispetto ad altri leader simili. Basti pensare ad Idi Amin Dada in Uganda o ai leaders della Liberia, caratterizzati anch’essi da una corruzione interna ai propri paesi amplificata ad ogni settore della vita politica e sociale ma incapaci, a differenza del protagonista di questo articolo, ad instaurare un regime che ha fatto del nazionalismo e della capacità di congiungere quest’ultimo con le ambizioni sia panafricaniste che imperialiste degli occidentali per affermare la propria sopravvivenza.

Rapporti di Mobutu con il mondo socialista

L’enigma è risolto? Assolutamente no, questa ricerca m’è stata spronata dalla citazione di Kádár, che però non ha, in un certo senso, “prodotto frutti”: dove stava l’imperialismo in Zaire quando egli parlava e dove stavano i rapporti con l’Ungheria? Bene, sono giunto a svariate conclusioni dopo questa ricerca:

  1. I rapporti con lo Zaire ed i paesi socialisti del Patto di Varsavia erano sporadici (ad esclusione di Romania e Cecoslovacchia).
  2. Lo Zaire mantenne rapporti privilegiati e di mutua assistenza con la Repubblica Popolare Cinese e rapporti tutto sommato positivi con la Repubblica Popolare Democratica di Corea e la Jugoslavia Socialista di Tito e post-titoista.
  3. Mobutu giocava un doppio ruolo: servo dell’occidente e al contempo desideroso di farsi un nome ed un ruolo di guida in Africa e nel terzo mondo.

Gli Stati Uniti decisero di abbandonare lo Zaire, lasciarlo al suo destino, cioè alla sua ineluttabile fine che infatti divenne realtà nel 1997. Lo Zaire era un regime corrotto e dipendente dal Fondo Monetario Internazionale, ma, come rilevato dalla CIA, gli USA decisero di abbandonare Mobutu sia per i suoi pessimi rapporti con il FMI, sia per il raffreddamento dei rapporti USA-Zaire e per il“mancato rispetto dei diritti umani e della mancanza di pluralità politica nel regime”, ma soprattutto perché gli Stati Uniti rimasero irritati dalle nazionalizzazioni del regime e dall’espulsione dei Peace Corps americani.

Questa ricerca, in definitiva, non vuole dare un’ immagine conclusiva di questi complicati rapporti, ma spronare un dibattito e successive ricerche affinché vengano studiati ed analizzati più a fondo sia i rapporti fra i paesi terzomondisti e quelli socialisti, che i regimi filo-occidentali nel terzo mondo, come lo Zaire, con gli stati socialisti impegnati nella lotta per l’affermazione del socialismo nel mondo e nei processi di decolonizzazione.

di Pietro Missiaggia

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