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Mine antiuomo e violazione dei diritti dei bambini

Alla malvagità umana, si sa, non ci sono limiti, ma questi sono stati ampiamente superati da quando le mine antiuomo vengono rese sempre più “attraenti”, come giocattoli che attirano la naturale curiosità dei bambini che toccandole saltano in aria con mefistofelica soddisfazione dei soliti carnefici. Non solo. Le mine così come altri residui bellici inesplosi (Erw) uccidono, feriscono e rendono orfani questi bimbi. In molti Paesi colpiti da tale fenomeno, i bambini rappresentano un terzo di tutte le vittime.

Secondo la Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo, circa 6mila persone sono state uccise o mutilate da queste stesse mine nel 2006, il numero più basso di incidenti registrati dall’entrata in vigore nel 1997 del Trattato per la messa al bando delle mine.

I bambini sono le principali vittime delle mine e degli ordigni bellici inesplosi, incluse le bombe a grappolo, spesso colorate, luccicanti e quindi attraenti ai loro occhi perchè considerate come possibili giocattoli. Per la loro piccola corporatura hanno più probabilità di morire in seguito alle esplosioni di mine rispetto agli adulti. Circa l’85% dei bambini vittime delle mine muoiono prima di raggiungere l’ospedale.

I bambini ed in particolare quelli rifugiati e sfollati sono quelli più in pericolo e i principali bersagli delle mine antiuomo perchè ignari dei pericoli derivanti dal giocare o attraversare zone pericolose. Le lesioni provocate dalle mine antiuomo includono la perdita degli arti, la vista o l’udito con la conseguente inabilità permanente.

Senza adeguate cure mediche, i bambini feriti dalle mine antiuomo sono spesso tolti dalle scuole. Hanno quindi limitate prospettive future in campo educativo e professionale e sono spesso considerati un onere per le loro stesse famiglie.

Tali mine antiuomo rovinano la vita di questi bambini quando gli stessi genitori o coloro che si prendono cura di loro vengono anch’essi feriti e uccisi. Nel caso in cui le loro madri siano uccise o mutilate hanno meno probabilità di ricevere un’alimentazione adeguata, di essere protetti da un eventuale sfruttamento ed abuso. Quando i padri sono le vittime delle mine antiuomo, i bambini sono spesso costretti ad abbandonare la scuola e ad iniziare a lavorare per integrare il reddito familiare.

Il costo di prevedere la cura a lungo termine per i bambini vittime delle mine antiuomo può rivelarsi proibitivo. Le cliniche di riabilitazione sono spesso troppo costose se non addirittura difficili da raggiungere. Le mine antiuomo non ancora identificate impediscono la costruzione di case, strade, scuole, strutture sanitarie ed altri servizi essenziali. Impediscono inoltre l’accesso ai terreni agricoli e l’irrigazione.

Le mine antiuomo e i residui bellici inesplosi violano manifestamente la maggior parte degli articoli della Convenzione sui Diritti dei Bambini: il diritto di un bambino alla vita, ad un ambiente sicuro in cui giocare, il diritto alla salute, all’acqua potabile, a condizioni sanitarie e ad un’educazione adeguata.

di Cinzia Palmacci

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