Migranti: Salvini chiude i porti e getta benzina sul fuoco
Se ne parla da giorni oramai. Alla richiesta di attracco in Italia da parte della nave Aquarius della Ong “Sos Mediterranee”, carica di 629 migranti soccorsi in mare al largo delle coste libiche, la risposta del Ministro degli Interni, Matteo Salvini, è stata di secco diniego. Coerentemente con quanto promesso in campagna elettorale ed in perfetta linea con il personaggio, il neo ministro ha scelto la linea dura chiudendo i porti a migranti e Ong, lanciando addirittura un hastag sotto una foto da macho in giacca e cravatta.
La questione è esplosa subito dopo il diniego di Malta di fornire un attracco alla Aquarius, trovandosi essa a sole 27 miglia dall’isola e quindi molto più vicina rispetto alle coste italiane. Dopo un estenuante braccio di ferro con il governo de La Valletta, con rimpalli di responsabilità, accuse reciproche e cavilli giuridici internazionali, finalmente è arrivata la disponibilità da parte della Spagna per fare attraccare la nave a Valencia. Il viaggio fino in Spagna durerà altri giorni e Marina Militare e Guardia Costiera Italiana hanno messo a disposizione viveri e navi per agevolare la traversata.
Salvini chiude i porti e riapre un dibattito annoso
Salvini chiude i porti e riapre un dibattito annoso, ma anche le speranze rabbiose della parte peggiore del Paese, quella fatta da persone affette dai germi dell’ignoranza, del razzismo e della xenofobia, che poi sono facce della stessa medaglia.
La medaglia è quella che è stata consegnata a Salvini dal suo elettorato e che lui ostenta con l’orgoglio tutto padano di chi è consapevole di cavalcare l’onda di un consenso crescente, seppur distorto ed ammorbato da una linea politica che si sta dimostrando, a dire di osservatori e partner internazionali, incosciente e scriteriata.
Lui già si proclama vincitore di una battaglia contro la cinica e miope Europa, che solo adesso sembra aver aguzzato la vista sulla potenziale esplosività del problema, ma ha prestato il fianco a critiche sul piano etico e morale e a possibili sanzioni dal punto di vista penale.
Se è vero che per anni, anche con la complicità altrettanto incosciente dei governi precedenti, l’Italia è stata lasciata praticamente sola nell’affrontare il problema della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, è anche vero che la linea dura adottata dal neo ministro dell’Interno rischia di fomentare ancor di più una tensione sociale ormai al limite del gestibile.
Continuando a gettare benzina sul fuoco, il buon Salvini sta seriamente portando una parte già esasperata della popolazione italiana sulla via della guerriglia sociale. E cosa farà a quel punto da Ministro dell’Interno e convinto sostenitore delle forze dell’ordine? Gli toccherà forse aizzare i suoi amati poliziotti contro i suoi stessi sostenitori che se ne andranno a caccia dello straniero brutto e cattivo davanti ai centri d’accoglienza o per i vicoli bui delle città italiane? Il futuro è alle porte, ma intanto chiudiamo i porti.
di Massimo Caruso