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Migranti haitiani destinati nel lager di Guantanamo

Non è ancora passato l’eco delle immagini che hanno fatto il giro del mondo dove i Board Patrol texani a cavallo e con frusta in mano davano la caccia ai migranti. Immagini che hanno fatto indignare anche il presidente Biden, anche se a prendere la decisione è stata la stessa amministrazione guidata dal democratico Joe Biden.

Stando a quando si legge, il centro di detenzione pensato per rinchiudere i 14mila migranti arrivati a Del Rio, sarebbe il centro di detenzione limitrofo a quello del carcere di Guantanamo dove sono rinchiusi 39 presunti terroristi. Questa è la risposta della più grande democrazia al mondo.

Per Wendy Young, presidente del gruppo “Kids in Need of Defense”, è aberrante che Washington possa prendere in considerazione l’utilizzo del carcere di Guantanamo. Fernando Castro Molin, consulente migratorio per il Centro America descrive la situazione impressionante: “Nelle ultime settimane è aumentato il numero delle deportazioni di migranti, ne ho contati 5mila per via area e 28mila via terra.”

Le nuove rotte dei migranti

Dopo l’arrivo di migliaia di caraibici a Tapachula (ribattezzata da attivisti e migranti «città prigione») nel sud del Messico, a causa del caos esploso ad Haiti con l’omicidio del presidente Moise (lo scorso 7 luglio ), il terremoto e gli uragani Eta e Lota, si è assistito ad una nuova trasformazione dei flussi migratori. Se infatti le carovane migranti avevano sostituito le partenze in solitaria, ora la repressione delle carovane ha portato uomini e donne ad organizzarsi in piccoli gruppi autonomi cambiando anche percorso tanto che il cambio di strategia ha sorpreso le autorità di Guatemala, Messico e Stati Uniti. Non va dimenticato che la maggior parte della gente espulsa sono donne e bambini che provengono dal Centro America.

A Tapachula, ormai divenuto il luogo centrale del confinamento dei migranti nel viaggio verso gli Usa, nell’ultima settimana si sono riversati nelle strade circa 800 migranti haitiani al giorno, mentre almeno 12mila sono quelli che si sono messi in viaggio. Nella piccola città chiapaneca si contano non meno di 125mila migranti intrappolati dalla repressione poliziesca a fronte di una popolazione locale di poco meno di 200mila persone.

La situazione dei migranti tra Haiti e Stati Uniti è una storia che inizia con la prima amministrazione Obama quando, nel 2010, dopo lo spaventoso terremoto, concesse protezione temporanea spingendo migliaia di persone a partire in cerca di fortuna. Nel 2016 però le cose cambiarono con l’arrivo di Trump che ha bloccato migliaia di uomini e donne al confine con il Messico, costringendole di fatto a creare delle baraccopoli. Eppure, il fenomeno migratorio non si è fermato ne accenna a farlo e ricordiamolo che sono persone che fuggono da disastri sociali e ambientali create ed imposte dal neo liberismo sfrenato a stelle e strisce.

di Sebastiano Lo Monaco

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