Migranti: la Difesa bacchetta Salvini
Sabato scorso il pattugliatore della Marina Militare Irlandese “Samuel Becket”, impegnato nel Mediterraneo nell’operazione Sophia facente parte della missione internazionale Eunavformed, ha attraccato al molo Norimberga del porto di Messina con a bordo 106 migranti.
Le operazioni di sbarco sono state coordinate dalla prefettura di Messina di concerto con la Capitaneria di Porto, forze dell’ordine e Croce Rossa. Dei 106 migranti 93 sono uomini, 11 minori e due donne, delle quali una in stato di gravidanza. Il salvataggio in mare sarebbe avvenuto in zona Sar libica nella notte tra il 4 e il 5 luglio. La Samuel Beckett ha quindi chiesto a Roma il permesso per lo sbarco dei migranti e il porto di Messina è stata l’indicazione data dal Viminale per effettuare le operazioni. Ad attenderli centinaia di volontari con le magliette rosse.
Subito esplosa la polemica. Secondo il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, questo sbarco ci sarebbe stato imposto dal “folle accordo europeo Sophia con cui Renzi ha svenduto gli interessi dell’Italia”. Non poteva mancare l’ennesimo affondo del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha dichiarato in maniera risoluta che, dopo aver chiuso i porti alle Ong, cercherà di fare lo stesso con le navi militari straniere impegnati in missioni internazionali nel Mediterraneo. Lo chiederà al vertice dei ministri dell’Interno Ue che si terrà ad Innsbruck il prossimo 12 luglio.
“Purtroppo i governi italiani degli ultimi cinque anni avevano sottoscritto accordi (in cambio di cosa?) perché tutte queste navi scaricassero gli immigrati in Italia, col nostro governo la musica è cambiata e cambierà”, ha dichiarato Salvini in un comunicato.
A causa di questa ingerenza nel merito dell’operatività di una missione europea di competenza dei ministeri di Esteri e Difesa, il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, bacchetta Salvini precisando che la questione non è di competenza del ministero degli Interni e che essa va coordinata a livello governativo, altrimenti l’Italia non otterrà nulla se non “qualche titolo sui giornali”.
Sempre secondo la Trenta, il comando dell’Italia nella missione internazionale Sophia, avviata nel 2015 per contrastare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo e che prende il nome da quello di una bimba nata dopo il salvataggio della madre nell’agosto 2015 al largo della Libia, rappresenta motivo d’orgoglio.
Secondo l’ex ministro Graziano Delrio l’accordo da cambiare sarebbe quello di Dublino, votato proprio dalla Lega a vantaggio degli amici di Matteo Salvini del gruppo di Visegrad, mentre con gli accordi Sophia e Themis si attua la redistribuzione tra gli Stati membri dell’Ue di costi e responsabilità dei salvataggi.
di Massimo Caruso