Migliaia di bambini abusati e sfruttati inseguendo l’American Dream
A maggio scorso, nella cittadina di Postville, in Iowa, un’irruzione delle autorità federali negli stabilimenti di Agriprocessor Inc., il più grande impianto di macellazione kosher degli Usa, ha condotto a una retata di 389 immigrati clandestini, che lavoravano in condizioni inumane. In particolare, dagli interrogatori, è stato appurato che adolescenti, alle volte ragazzini di 13 anni, erano costretti a turni di 12 ore per sei giorni la settimana, nel corso dei quali erano addetti al taglio e al trasporto di enormi quantità di carne.
Adesso il New York Times, che ha pubblicato un’inchiesta sul fatto, riferisce che le indagini hanno scoperchiato lo sconcio del lavoro minorile, in alcuni casi autentica schiavitù, che vede sfruttati i minori, soprattutto i clandestini che provengono dai Paesi centroamericani.
Lo sfruttamento minorile dei clandestini centroamericani, è una piaga che tutti conoscono negli Usa, ma che si preferisce ignorare. Secondo Gil Kerlikowske, capo delle Dogane, negli ultimi 10 mesi quelli che sono stati individuati e arrestati sono almeno 57mila (ma badate, come detto si parla solo di quelli arrestati, quelli che vengono sfruttati fuori sono molti, molti di più), ma il trend è in tale vorticoso aumento che si stima si arrivi ai 100mila entro il 2014.
Sono ragazzini che provengono nella maggioranza dal Guatemala, dall’Honduras e dal Salvador; lasciano una realtà di miseria indicibile spesso spinti dalle stesse famiglie che li affidano a bande di trafficanti, e questi il più delle volte li abusano, li sfruttano e li inseriscono nei circuiti criminali messicani come manovalanza o come soggetti di prostituzione minorile. Quelli che avventurosamente riescono a fuggire, attratti dall’American Dream, quando arrivano finalmente in territorio Usa si scontrano con lo sfruttamento più abbietto e, se identificati dalle autorità, soggetti a carcerazioni e abusi, senza il minimo rispetto dei più elementari diritti umani, perché, semplicemente, per la legge americana non esistono poiché essa contempla solamente quelli provenienti dal Canada e dal Messico.
Sotto la spinta di organizzazioni per i diritti civili, l’Amministrazione Obama aveva chiesto stanziamenti per 3,7 Mld di $ per incrementare i giudici che si occupano di loro, carceri minorili e cure, perché al momento i tempi perché siano trattati i loro casi sono biblici, le detenzioni avvengono per lo più in carceri ordinarie (con quello che ne segue in tema di abusi anche sessuali) e di cure neanche a parlarne. Tale richiesta è stata però bloccata dall’inviperita opposizione repubblicana capitanata dal senatore John McCain, che ha invocato invece un sostanziale potenziamento della sorveglianza sui confini (per cui sarebbe ben lieta d’allargare i cordoni della borsa).
Nel frattempo per le migliaia, anzi, le decine di migliaia di minori clandestini che vengono detenuti in Messico e Stati Uniti, i più elementari diritti umani sono e saranno un sogno che non li riguarda. Sono considerati esseri senza alcuna difesa né diritto, da ricattare impunemente e da sfruttare abusandone a piacimento. E così devono restare, chi è in galera e chi sgobba fuori, dimostrando che al di là di vuote chiacchiere, questa è la vera faccia dell’American Dream, cinica, egoista quanto ipocrita, interessata solo all’utile che si può cavare da quei piccoli disgraziati.