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Se il Messia fosse oggi tra noi con chi si schiererebbe?

Se il Messia fosse oggi tra noi – La visita in Iraq di Papa Francesco, sebbene sia stata una notizia affascinante per i media mondiali, ciò che l’ha resa più significativa per molti organi di stampa è stato l’incontro del capo della setta cattolica della cristianità con il grande ayatollah Seyyed Ali Sistani, la fonte di emulazione per la maggior parte dei seguaci in tutto il mondo della giurisprudenza scolastica del profeta dell’Islam Ahl al-Bayt (casa benedetta). 

I circoli religiosi e politici di tutto il mondo avevano pensato che durante l’incontro sarebbero state sollevate questioni importanti e cruciali, poiché l’Ayatollah Sistani è una delle autorità più importanti del mondo musulmano sciita, mentre Papa Francesco è il leader dei cattolici del mondo.

Forse il maggiore impatto dell’incontro sul Papa è stata la piccola e semplice dimora dell’ayatollah Sistani, che come una delle principali fonti di emulazione per i musulmani sciiti esercita autorità e dignità da una modesta casa in Iraq.

Il capo del Vaticano visita l’Iraq e incontra l’Ayatollah Sistani in un Paese il cui popolo è stato vittima di spargimenti di sangue e distruzione da parte dei terroristi Takfiri creati dagli Stati Uniti con il pieno sostegno dell’Occidente, di Israele e dei regimi arabi reazionari, fino a quando la fatwa dell’Ayatollah Sistani per il Jihad ha mobilitato la devota gioventù irachena sotto il comando di Qassem Soleimani e Abu Mahdi al-Muhandis, per estirpare definitivamente i terroristi Daesh e liberare dai loro artigli intrisi di sangue e moralmente corrotti il suolo sacro dell’Iraq e del suo popolo, sciiti, sunniti o cristiani.

Il ruolo dell’Ayatollah Sistani

Oggi, non solo il popolo musulmano dell’Iraq deve la propria sicurezza al Grande Ayatollah Sistani, alle milizie Hashd al-Sha’bi, al Martire Soleimani e al Martire Abu Mahdi, ma anche i cristiani iracheni si sentono in debito con queste figure perché con sacrificio hanno protetto le loro chiese.

L’incontro nella santa Najaf riporta alla mente l’incontro del Padre della Rivoluzione Islamica, Imam Khomeini, a Teheran il 29 novembre 1979, con l’Arcivescovo Annibale Bugnini, emissario di Papa Giovanni Paolo II.

Il messaggio dell’Imam Khomeini a Papa Giovanni Paolo II, incentrato su alcune interessanti realtà politiche e sui fondamenti della fede cristiana, a seguito del tentativo di quest’ultima di mediare sull’arresto delle spie americane presso la cosiddetta ambasciata americana a Teheran, è andato purtroppo senza risposta. 

L’Imam aveva chiesto al Papa: Se Gesù fosse tra noi oggi a testimoniare l’ostilità degli Stati Uniti e i crimini contro l’Iran e il popolo iraniano, si schiererebbe con noi o con gli americani? 

Vale anche la pena ricordare che in occasione del Natale 1979, l’Imam Khomeini nel suo discorso ai religiosi cristiani, ha citato alcuni dei crimini statunitensi, affermando: “Il Papa è a conoscenza di queste cose quando ci condanna, o è stato male informato? Se è a conoscenza dei fatti, allora guai a noi, guai al cristianesimo, e guai agli studiosi del Messia; e se non lo sa, guai al Vaticano!”. 

Alla luce di questi fatti, i crimini degli Stati Uniti contro l’onorevole popolo iracheno sono così diffusi e citati così frequentemente da non poter essere contati: è un elenco lungo quanto la proverbiale ode scritta su 70 tonnellate di carta.

Se il messia fosse tra noi, sarebbe indifferente verso i crimini commessi dagli Usa?

Possiamo ora aspettarci che Papa Francesco – dopo aver incontrato l’Ayatollah Sistani e visto che la sua principale e sentita preoccupazione è la lotta contro l’oppressione, la distruzione e la salvezza dell’umanità dai poteri arroganti, sanguinari e saccheggiatori – risponda alla domanda dell’Imam Khomeini, lasciato senza risposta da Papa Giovanni Paolo II circa 42 anni fa! In altre parole, l’ayatollah Sistani ha posto la stessa domanda oggi, alla quale è necessaria una risposta appropriata.

Se Gesù fosse tra noi, sarebbe silenzioso e indifferente verso gli innumerevoli crimini commessi dagli Stati Uniti d’America e da altri regimi occidentali che pretendono di seguire il Messia? Si schiererebbe con gli Stati Uniti e altri poteri arroganti, o difenderebbe la dignità delle nazioni oppresse? Quindi, in quale direzione è diretto Papa Francesco, come leader mondiale del cristianesimo? 

di Hossein Shariatmadari

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