Mercenari africani assoldati dal regime saudita
L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti (Eau) stanno reclutando migliaia di mercenari africani per servire nelle loro aggressioni militari oltremare, soprattutto nella sanguinosa guerra allo Yemen.
Fonti saudite hanno riferito al quotidiano al-Quds al-Arabi che il regno sta utilizzando mercenari ciadiani nelle sue operazioni all’estero. Queste informazioni hanno acquisito maggiore credibilità dopo che il presidente del Ciad, Idriss Déby, si è recato in Arabia Saudita all’inizio del mese per osservare le esercitazioni militari congiunte Gulf Shield-1 nella città orientale saudita di Jubail. Il regno ha firmato accordi segreti con N’Djamena, consentendo l’arruolamento di migliaia di mercenari ciadiani.
Anche gli Emirati Arabi Uniti stanno cercando di reclutare migliaia di mercenari dall’Uganda da schierare nello Yemen e in Somalia, secondo quanto riferito dalla rete televisiva yemenita al-Masirah. Gli Emirati sono il partner più affidabile dell’Arabia Saudita nella guerra contro lo Yemen avviata nel marzo 2015.
Il principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed Al Nahyan. dovrebbe recarsi in Uganda per firmare diversi accordi che porterebbero 10mila forze ugandesi nelle fila degli Emirati. Fonti informate hanno riferito che ottomila delle forze sarebbero schierate nello Yemen, e il resto in Somalia, dove gli Emirati Arabi Uniti sono stati militarmente attivi.
L’Asse del Male tra Riyadh e Tel Aviv
Le potenze occidentali hanno proposto all’Arabia Saudita di firmare accordi di cooperazione militare con il Ciad al fine di avvicinare Riyadh alle nazioni africane, che godono di buoni legami con Israele. Il regno non riconosce ufficialmente Israele, ma i due hanno ampiamente collaborato dietro le quinte per anni.
Parlando al canale televisivo pan-arabo al-Hewar, il dissidente il principe saudita, Khalid bin Farhan Al Saud, ha rivelato il 5 aprile una serie di “condizioni” stabilite dagli Stati Uniti e Israele per bin Salman in modo che possa ottenere il loro aiuto nell’ascendere al trono. Le condizioni, ha aggiunto, includono la normalizzazione dei legami tra Riyadh e il regime di Tel Aviv.
di Redazione