Mercato delle armi ed equilibri internazionali
La politica estera di Parigi, sistematicamente orientata a favorire gli interessi delle Monarchie del Golfo, continua a dare i suoi frutti a suon di petrodollari.
È di pochi giorni fa l’annuncio, fatto direttamente dal presidente Hollande, di una mega commessa per la fornitura all’Egitto di 24 caccia Rafale, oltre a una fregata Fremm, missili ed altro ancora al prezzo francamente salato di 5 Mld, coperti da Arabia Saudita ed Emirati; in questi giorni, a Idex, il salone internazionale della difesa che si tiene ad Abu Dhabi dal 22 al 26 febbraio, circola la notizia che gli Emirati si stiano orientando ad acquistare anch’essi i Rafale francesi, già esclusi dalla gara internazionale che si era conclusa nel Paese del Golfo nel 2012.
Per la Francia e per la Dassault (la ditta costruttrice dell’aereo) i due contratti risultano essenziali perché, fallita la massiccia fornitura all’India, in stand-by da tre anni, le due commesse rappresentano i primi ordini all’export del caccia transalpino, garantendo la funzionalità del programma che, senza di essi, avrebbe raggiunto costi stratosferici per le casse di Parigi, unico acquirente.
A parte il più che “generoso” contratto con l’Egitto, quello di cui si ha notizia all’Idex è un autentico regalo fatto alla Francia, considerato che dovrebbe sostituire una flotta di moderni Mirage 2000-9 perfettamente efficienti. Un modo come un altro di pagare con un fiume di petrodollari chi si è dimostrato un fedele scudiero, sempre pronto a sostenere all’Onu (all’occorrenza anche col diritto di veto) e in tutte le sedi diplomatiche gli interessi di Arabia Saudita e compagnia.