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Medio Oriente: arteria strategica cambia equilibri della regione

Medio Oriente – Iran, Afghanistan ed India hanno firmato un accordo per collegare il porto iraniano di Chabahar al confine afghano, 470 chilometri più a nord, con una strada finanziata da capitali indiani. Il valore strategico dell’intesa è semplicemente enorme per i tre Paesi e per tutto il Medio Oriente.L’arteria permetterà all’Afghanistan di avere uno sbocco al mare alternativo a quello pakistano, rompendo il monopolio che Islamabad fa pesare; l’India, collegandosi con la via che ha già costruito nella provincia afghana di Nimroz, ottiene il passaggio verso l’Asia Centrale e la Russia sempre negatogli dai pakistani; l’Iran, dal canto suo, vede potenziata la funzione commerciale e strategica del porto di Chabahar, che assume un ruolo d’importanza straordinaria come snodo dei traffici indiani (ed iraniani) con le regioni dell’Asia Centrale e con la Russia.

A schiumare rabbia per l’accordo sono Cina, Arabia Saudita e soprattutto il Pakistan: la Cina da anni investe nello sviluppo del porto di Gwadar, nel Balucistan pakistano, con l’obiettivo non solo di farne un proprio sbocco che aggiri le strettoie della Sonda e gli attriti del Mar Cinese, ma anche un hub per i commerci centro asiatici, che adesso potranno avere una scelta alternativa. L’Arabia Saudita, da parte sua, non gradisce affatto avere l’India dinanzi alle proprie coste, e meno che mai un’iniziativa che fa del porto iraniano un’infrastruttura d’incalcolabile valore.

Tuttavia è Islamabad ad accusare il colpo più forte per più ragioni: da un canto vede l’India mettere radici in Afghanistan, il Paese che da sempre considera una propria “dependance”, e scavalcarla proiettandosi nell’Asia Centrale e fino in Russia; dall’altro vede Delhi in Balucistan, ad una manciata di chilometri dai propri confini.

Il Balucistan ha per il Pakistan un valore strategico crescente: laggiù vi sono infrastrutture giudicate essenziali come appunto il porto di Gwadar e soprattutto la gran parte delle installazioni nucleari, inoltre vi sono importanti basi dell’Esercito e dell’onnipotente Intelligence (l’Isi). Ma parte della regione è iraniana (il Sistan-Balucistan) ed è sempre più forte la domanda d’indipendenza dal Pakistan da parte della popolazione; a sostenerla ci sono anche movimenti di guerriglia che Islamabad ritiene finanziati da Delhi, con tanto di accuse e proteste ufficiali.

La forte presenza indiana sul confine balucistano ed in Afghanistan, non solo riduce enormemente l’importanza del porto di Gwadar (e dirada gli affari che Cina e Pakistan pensavano di fare) ma può affossare definitivamente la politica di “profondità strategica” (leggi: velleità di dominio sulla regione) sempre inseguita da Islamabad e mai raggiunta.

di Redazione

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