Marcinelle, in ricordo di quei figli venduti e dimenticati
Sono trascorsi 68 anni dal disastro del sito minerario del Bois du Cazier a Marcinelle – una delle più grandi tragedie minerarie dei tempi moderni. Dei 274 minatori in servizio quel tragico 8 agosto 1956, 262 non avrebbero rivisto la luce del sole: 136 di loro erano italiani. Di questi, 60 erano abruzzesi e ben 23 provenivano dallo stesso comune in provincia di Pescara, Manoppello. Gli altri provenivano da 13 delle 20 regioni italiane: oltre che dall’Abruzzo, erano arrivati in Belgio dalla Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto.
L’inganno di Marcinelle
Quei duemila giovani disoccupati da inviare in Belgio ogni settimana per farli lavorare nelle miniere belghe in cambio della vendita a basso costo di un certo numero di tonnellate di carbone, secondo l’accordo del giugno 1946 tra Italia e Belgio, furono di fatto svenduti. I bei manifesti rosa, affissi in tutti i comuni d’Italia, parlavano di un lavoro sotterraneo nelle miniere belghe.
Naturalmente non fornivano alcun dettaglio su questo lavoro, soffermandosi invece sui vantaggi dei salari, delle vacanze e degli assegni familiari. La realtà che trovarono i lavoratori italiani in Belgio fu ben altra cosa: un lavoro durissimo e pericolosissimo da affrontare senza alcuna preparazione specifica. Scaricati nelle zone destinate alle merci, allineati secondo il pozzo dove sarebbero andati a lavorare, alloggiati in baracche di legno utilizzate dai prigionieri russi durante l’occupazione nazista, tenuti lontano dalle città, divennero un popolo invisibile, i “musi neri”, come li chiamavano. Quei poveri dannati, alla ricerca di un futuro migliore, ricevettero in Belgio un’accoglienza di stampo razzista.
Il Meridione si sta svuotando
Il Meridione d’Italia a poco a poco si va svuotando; nel silenzio più totale, giovani laureati, padri e madri di famiglia lasciano il sud in cerca di fortuna. Ognuno di loro che va via, è una mente persa, è un nucleo familiare che genererà possibilmente figli non siciliani ed una famiglia che fra tre o quattro generazioni dimenticherà del tutto le origini, ed in Sicilia non metterà più piede, nemmeno per le vacanze natalizie.
di Cristina Amoroso