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Manovra: testo bocciato dalla Commissione Ue

Come era già stato ampiamente pronosticato, la Commissione Ue ha bocciato il testo della Manovra economica italiana, raccomandando l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. Secondo i commissari, infatti il criterio europeo del debito è da considerarsi non rispettato, in quanto il deficit strutturale aumenterà dello 0,8%, invece di ridursi dello 0,6%, com’era stato previsto dalla relazione del luglio scorso.

manovra-salvini-di-maioRegola del debito che, secondo i parametri europei, era già stata violata dal precedente Governo, tant’è che il precedente ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ha lasciato un debito/pil al 131,2% ed un conto di oltre 10 miliardi di euro, sul quale la Commissione aveva deciso di riservarsi, in vista delle riforme strutturali alle quali stava procedendo il Paese e, soprattutto con la promessa di un rientro di almeno 5 miliardi di euro già nel 2018.

L’odierna bocciatura arriva a seguito dell’atteggiamento intransigente tenuto dal Governo italiano, che nonostante gli avvertimenti ufficiali ed ufficiosi da parte di Bruxelles, ha perseverato nella presentazione di un testo manifestamente non in linea con il Patto di stabilità. Dunque la condanna da parte dei commissari Ue ha doppia valenza, in quanto rimette sul banco il precedente deficit unito alla volontà dell’attuale governo di non ridurre quel debito, predisponendo anzi misure che prevedono un ulteriore indebitamento del Paese.

La procedura prevede due ulteriori passaggi: innanzitutto il parere della Commissione dovrà essere avallato dal Comitato economico e finanziario all’interno della stessa Commissione, dopodiché il verdetto definitivo verrà emesso dall’Ecofin (organismo composto da tutti i ministri delle Finanze Ue), il quale dovrà pronunciarsi entro il 22 gennaio 2019.

Le reazioni alla notizia sono state molteplici e se, da un lato c’è chi teme una nuova apocalisse alla greca, dall’altro c’è chi, con toni di sfida e di dileggio verso Bruxelles e gli euro burocrati, parla di un complotto dei mercati a danno della sola economia italiana.

C’è sicuramente da ammettere che, dalla nascita dell’euro ad oggi, la nostra economia sembra essere stata più un nemico da combattere piuttosto che una risorsa da salvaguardare da parte di una Unione dalla fisionomia più finanziaria che politica. Tuttavia, pensare di portare il Paese alla crescita, ricorrendo ulteriormente ed in maniera smodata allo strumento indebitamento, appare una mossa quanto meno azzardata e giocata sulla pelle delle generazioni a venire.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, dopo la lettera della Commissione Ue si aspetta quella di Babbo Natale, perché oramai per lui è tutto una seccatura che serve solo a distrarre il Governo dal “lavorare seriamente” e tirare avanti dritto per la propria strada. Pura antologia salviniana.

Il premier Conte si è reso disponibile al dialogo con il presidente Juncker, pur dicendosi fiducioso sulla bontà della Manovra, ma allo stesso tempo preoccupato per lo spread. Secondo il ministro dell’Economia Giovanni Tria la bocciatura dal parte di Bruxelles, con tutte le tensioni sociali e politiche che ne conseguiranno, potrebbe essere controproducente non solo per l’economia italiana, ma per l’intera economia europea.

di Massimo Caruso                                     

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