Africa

Tunisia, campagna per boicottare merci americane

La campagna per il boicottaggio delle merci americane è attiva in Tunisia con la partecipazione di un gran numero di organizzazioni e agenzie della società civile. La campagna fa parte del movimento globale per boicottare le merci americane. Gli attivisti di questo movimento affermano che si inserisce nel contesto del sostegno verso la causa palestinese, dell’incoraggiamento al consumo di prodotti tunisini e del boicottaggio dei beni americani.

Il campo si muove

Il coordinatore della campagna per boicottare le merci americane in Tunisia, Yahya Muhammad, ha confermato nella sua intervista all’agenzia stampa Al-Ahed News che la campagna si inserisce nel contesto di una campagna nazionale per boicottare le merci americane, dato che l’America è dietro le guerre nel mondo e nella regione araba, ed è il principale sostenitore dell’economia del regime sionista.

“Abbiamo fatto una serie di mosse sul campo per introdurre la campagna sotto lo slogan” Boicotta le merci americane e consuma i prodotti nazionali tunisini”, al fine di istruire il popolo tunisino sui prodotti americani che supportano l’economia israeliana, come iPhone e altri, e per confermare che boicottarlo è un dovere per ogni arabo libero. Crediamo nella causa palestinese e nel dovere di sostenerla con tutti i mezzi possibili”, ha aggiunto Muhammad.

Per quanto riguarda l’entità della partecipazione e dell’interazione dei tunisini con questa campagna, il coordinatore ha dichiarato: “Ci rendiamo conto di essere in una battaglia a lungo termine. Oggi abbiamo iniziato a interagire a decine, domani a centinaia, e dopo un mese, potremmo essere a migliaia, e questo è ciò che è necessario affinché la campagna dia frutti e sia uno uno strumento di pressione sull’amministrazione americana in complicità con il suo alleato israeliano”.  

Resistenza economica

L’attivista per i diritti umani Kawthar Al-Shabi ritiene anche che il boicottaggio delle merci americane e sioniste sia una forma di resistenza contro l’occupazione sionista, indicando nel suo discorso ad Al-Akhbar che la campagna per il boicottaggio delle merci americane e sioniste è iniziata nel 2004 in Europa e si è espansa in seguito nel mondo arabo.

Al-Shabi ha aggiunto: “Oggi, con l’escalation del ritmo di normalizzazione con l’entità sionista e gli accordi di disonore e inganno a cui stiamo assistendo in questi giorni, numerose campagne si sono intensificate nel mondo arabo per boicottare i beni sionisti e americani”.

La campagna – secondo Chebbi – sta prendendo un grande slancio in Tunisia, indicando che c’è una crescente consapevolezza tra i grandi settori che le società sioniste e americane sono quelle che controllano l’economia mondiale, sostengono l’economia dell’entità sionista, la armano e massacrano il popolo palestinese.

Tunisia al fianco del popolo palestinese

Chebbi sottolinea la consapevolezza e la conoscenza del popolo tunisino dei prodotti che devono essere boicottati come “Coca-Cola” e altri prodotti che vengono consumati dai cittadini comuni senza rendersi conto del loro ruolo negativo nel sostenere l’entità sionista e nell’uccidere e terrorizzare la nostra gente in Palestina. “Noi in Tunisia stiamo cercando di sostenere questa campagna per aumentare la consapevolezza. Il cittadino tunisino sa che il consumo di merci americane contribuisce indirettamente a rafforzare l’occupazione nelle terre occupate in Palestina.

Nel suo discorso, Al-Shabi chiede di lanciare una campagna per boicottare le merci degli Emirati, considerando che l’accordo di normalizzazione tra gli Emirati Arabi Uniti e l’entità israeliana ha aperto i mercati del Golfo ai beni sionisti, avvertendo che l’entità sionista potrebbe commercializzare i suoi prodotti nei nostri Paesi attraverso questi mercati con altri nomi e marchi del Golfo e degli Emirati.

Gli attivisti sperano che le campagne per boicottare le merci americane daranno frutti per sostenere la fermezza del popolo palestinese e resistere con tutti i mezzi all’occupazione sionista e ai suoi sostenitori.

di Yahya Sorbello

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