Mafia Capitale, cade aggravante 416 bis
Mafia Capitale non è più tale, la Cassazione ha fatto cadere l’aggravante dell’associazione mafiosa del 416 bis affibbiando un duro colpo a quelle che erano state le richieste iniziali della procura di Roma. Sono state riconosciute le presenze delle due associazioni a carattere delinquenziale anche se non è stato riscontrato nessun atteggiamento che potesse ricondurre alla “mafiosità”, quindi, far rientrare il 416 bis. Per la sindaca di Roma, Virginia Raggi, in ogni caso si può parlare di un “sodalizio criminale”.
La sentenza della Corte di cassazione arriva nella serata del 22 Ottobre 2019 e con un colpo di spugna cancella le richieste della Procura con annesse conferme di condanna che riconobbero per Salvatore Buzzi, Massimo Carminati le accuse con le aggravanti del 416 bis. Per l’ex Nar Carminati e per Buzzi, presidente della cooperativa “29 giugno”, sarà previsto un processo bis per ricalcolare la pena alla luce della declassazione del reato in associazione a delinquere semplice. Tra i 32 imputati, 17 avevano ricevuto la condanna per mafia con la pubblica accusa che richiedeva la conferma per tutti con l’eccezione del benzinaio di corso Francia che è stato condannato ad 8 anni in appello per la quale si richiede un nuovo processo.
Facendo un salto all’indietro di un anno la sentenza della Corte di Appello dell’11 Settembre 2018 aveva ribaltato il primo grado che non aveva riconosciuto le accuse di associazione mafiosa. Salvatore Buzzi e Massimo Carminati furono riconosciuti colpevoli, insieme ad altre 16 persone, di reati di mafia con l’imprenditore delle coop condannato a 18 anni e 4 mesi e l’ex Nar condannato a 14 anni e mezzo con un ammontare di pene per i 43 imputati che aveva raggiunto i 200 anni di carcere.
Mafia Capitale, il ribaltone della Cassazione
I giudici di Piazza Cavour hanno ribaltato tutto permettendo ai legali degli imputati di cantare vittoria tanto da far intervenire il Procuratore generale presso la Corte di appello di Roma, Giovanni Salvi, che dichiara: “Non trovo giustificate le esultanze di qualcuno visto che la Suprema Corte ha riconosciuto l’esistenza di associazioni, nei termini affermati dalla sentenza di primo grado, che aveva irrogato pene non modeste. Due associazioni a delinquere che erano state capaci di infiltrare in profondità la macchina amministrativa e politica di Roma”.
La difesa degli imputati
Per i legali di Massimo Carminati la sentenza era stiracchiata tanto che per la Cassazione è stata ritenuta giuridicamente insostenibile. Per Giosuè Naso, difensore dell’ex Nar la sentenza “È una sconfitta del metodo di fare i processi del dottor Pignatone, che per fortuna non è più a capo della Procura, perchè fare processi alle persone sulle supposizioni per quello che si ritiene che siano e non per quel che fanno non mi sembra rispetto del principio di legalità. Questa sentenza ristabilisce questo principio che si era indebolito fortemente”.
Dello stesso tenore le dichiarazioni dei difensori di Buzzi che esultano anch’essi per la cancellazione del reato di associazione mafiosa, anche se la sentenza non nasconde il sistema di corruzione messo in atto. Dichiarazioni che consentono all’ex ministro degli Interni Matteo Salvini di dichiarare: “Se non era mafia allora cosa era? Un’associazione di volontariato?”. Di diverso tono le dichiarazioni della sindaca Virginia Raggi: “Questa sentenza conferma comunque il sodalizio criminale. È stato scritto un capitolo molto buio della storia nostra città. Stiamo lavorando insieme ai romani per risorgere dalle macerie che ci hanno lasciato, seguendo un percorso di legalità e rispetto dei diritti. Andiamo avanti a testa alta”.
Per quanto ci riguarda, questa sentenza conferma ancora una volta che la mafia è solo il braccio operativo e violento del potere politico. Con buona pace di tutti e con una montagna di ipocrisia si smonta il carrozzone mediatico di Mafia Capitale.
di Sebastiano Lo Monaco