Medio Oriente

Siria, sanzioni Usa ostacolano ricostruzione

Il Rappresentante Permanente della Siria presso le Nazioni Unite, Bashar al-Ja’afari, ha denunciato le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti al suo Paese devastato dalla guerra come una delle sfide scoraggianti che il governo di Damasco deve affrontare sulla via della ricostruzione del Paese.  

Intervenendo alla 75a sessione del Secondo Comitato finanziario ed economico dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Ja’afri ha invitato le Nazioni Unite a non limitare strettamente le proprie attività all’aspetto umanitario, ma ad estenderle e includere progetti di sviluppo.

Il funzionario siriano ha anche esortato l’organismo mondiale a stare lontano dalle offerte di politicizzazione e offrire il supporto necessario di cui il governo siriano ha bisogno per promuovere lo sviluppo nel Paese.

“Una delle maggiori sfide che la Siria deve affrontare sono le misure unilaterali e coercitive contro il popolo siriano, e il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha chiesto la loro rimozione alla luce della pandemia di Covid-19“, ha sottolineato il diplomatico. Gli Stati Uniti hanno recentemente imposto un ciclo di sanzioni contro la Siria noto come Caesar Syria Civilian Protection Act.

Le sanzioni sono entrate in vigore il 17 giugno – sei mesi dopo essere state firmate in legge dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump – prendendo di mira individui e imprese in tutto il mondo che operano direttamente o indirettamente all’interno della sfera dell’economia siriana. Ciò include entità che aiutano il Paese arabo a produrre petrolio o combattere il terrorismo in qualsiasi modo.

Le misure economiche statunitensi hanno effettivamente bloccato le importazioni di beni essenziali, influendo sull’accesso del popolo siriano ad attrezzature mediche, cibo, carburante, gas naturale ed elettricità.

Siria rivendica alture del Golan

Ja’fari ha anche ribadito la condanna siriana dell’occupazione israeliana delle strategiche alture del Golan e dei territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est.

L’ambasciatore siriano delle Nazioni Unite ha proseguito affermando che il regime di Tel Aviv saccheggia e sfrutta incessantemente le risorse naturali nelle alture del Golan occupate e nelle terre palestinesi.

Israele ha conquistato le alture del Golan dalla Siria nelle fasi finali della sua guerra dei sei giorni del 1967 con i Paesi arabi, che ha visto anche il regime occupare i territori palestinesi della Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza.

Il regime di Tel Aviv ha annesso unilateralmente le alture del Golan nel 1981 con una mossa non riconosciuta a livello internazionale. La Siria ha ripetutamente riaffermato la sua sovranità sulle alture del Golan, dichiarando che il territorio deve essere completamente restituito al suo controllo.

Nel marzo 2019, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un decreto che riconosce la “sovranità” israeliana sul Golan occupato durante un incontro con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a Washington.

di Yahya Sorbello

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