Lombardia, la nuova Terra dei Fuochi
In Lombardia si sono registrati 21 incendi dolosi nel 2017, mentre salgono a 18 quelli registrati sino all’Ottobre del 2018, lo afferma che la commissione d’inchiesta del Senato. La Lombardia è la nuova Terra dei Fuochi, ma l’unico ad ignorare la situazione è il presidente della regione Fontana che vive il sonno dei giusti.
La civile ed evoluta Milano, città che urla ai quattro venti la sua modernità, la sua nuova vocazione turistica si è svegliata in queste mattine con una puzza che proviene dal quartiere Quarto Oggiaro, estrema periferia del capoluogo Lombardo; eppure quello del 15 Ottobre non è che l’ultimo, in ordine di tempo, incendio che ha attanagliato la regione locomotiva della nazione.
E’ del 12 Ottobre scorso l’arresto di una banda a Pavia che stoccava e bruciava dei rifiuti che avrebbero necessitato di trattamenti appositi; il 16 Ottobre ancora un incendio ad infestare la già mefitica aria meneghina, incendio che ha distrutto 16mila metri cubi di una discarica di Via Chiasserini a Milano. Entrambi gli incendi rientrano nel business dello smaltimento dei rifiuti e sono casi molto simili in quanto riguardano rifiuti ammassati in luoghi dove non potevano stare.
Tornando alla vicenda di Pavia sono sei le persone che sono finite in manette con l’accusa di aver messo in piedi un sistema illegale per abbattere i costi di smaltimento degli imprenditori, con un meccanismo perfetto: ritiravano il materiale, lo stipavano in capannoni affittati per lo scopo e una volta stipati li incendiavano a dimostrazione che in Italia non esistono regioni virtuose ed evolute, ma che in certi contesti tutta la nazione si trova a combattere la stessa criminalità.
Il presidente Fontana si è detto indignato del fatto che Milano e la Lombardia possano definirsi la nuova Terra dei Fuochi, affermando che in molti casi si tratta di procurato allarme e che c’è un serio rischio di infiltrazioni mafiose. Gli incendi si verificano ogni anno, ha concluso Fontana, rassicurando la popolazione Lombarda.
A lanciare l’allarme è la “Commissione Parlamentare d’Inchiesta del Senato sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali” datata Gennaio 2018; il documento della commissione è illuminante e preoccupante allo stesso tempo e forse dovrebbe leggerlo anche il mite Fontana. Nel documento si incrociano tutte le segnalazioni dei roghi e degli incendi che sono stati raccolti dalle agenzie territoriali per la protezione ambientale, i fascicoli aperti dalle procure, i dati del Corpo nazionale dei vigili del fuoco negli anni che vanno dal 2014 al 2017; leggendo il documento salta agli occhi il numero 259 che sono gli incendi verificatesi in Italia nel triennio preso in esame con un aumento del 59% degli eventi incendiari negli anni 2016/2017; solo nel 2017 si sono verificati 66 incendi negli impianti di smaltimento e 6 nelle discariche con la seguente distribuzione: 52,6% al Nord, 13,8% al Centro, 21% al Sud e 12%nelle isole maggiori.
Eppure per il mite dormiente Fontana non c’è nulla di preoccupante, ma il primato spetta per sua sfortuna alla Lombardia dove si sono registrati 33 incendi di cui otto a Milano, dove molti in questi giorni sono costretti a girare con la mascherina e tenere le finestre ben chiuse.
Se il dato non dovesse bastare a far capire cosa sta succedendo nella Lombardia, a Caserta, patria di quella che è stata definita “Terra dei Fuochi” gli incendi sono stati sette, mentre a Napoli gli incendi sono stati solo cinque di cui l’ultimo risale al 26 Agosto del 2016. E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio, disse Albert Einstein e leggendo di questa vicenda se ne ha l’ennesima conferma.
Continuando a leggere la relazione si può ben notare come la prima causa degli incendi è la fragilità degli impianti che il più delle volte sono inadeguati, senza sorveglianza e senza nessun controllo, il tutto con il contorno di una gestione che porta al sovraccarico degli impianti. In Lombardia come in Campania, si vive la stessa dinamica malavitosa senza adeguata prevenzione e con una gestione delle risorse pubbliche sempre più attanagliata dalla corruzione.
di Sebastiano Lo Monaco