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L’Italia invoca la pace nel Mediterraneo e continua a vendere armi all’Egitto

di Cristina Amoroso

«Ministro Bonino, cosa deve succedere in Egitto per sospendere l’invio di armi italiane?». E’ questa la domanda che l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa – Onlus (Opal di Brescia) ha rivolto a mezzo stampa al ministro degli Esteri, dopo avere esaminato attentamente la “Relazione ufficiale sulle esportazioni di sistemi militari inviata al Parlamento nelle scorse settimane dal governo Letta”. Infatti con la riforma avvenuta lo scorso anno, la titolarità delle esportazioni di materiali militari risiede nella nuova Autorità nazionale per le Autorizzazioni di Materiali di Armamento (Uama), presso la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese (Dgsp) del Ministero degli Affari Esteri.

Le esportazioni militari destinate alle Forze armate egiziane risultano in costante aumento, nel 2012 hanno raggiunto i 28 milioni di euro: dai fucili d’assalto e lanciagranate della Beretta alle munizioni della Fiocchi, dalle bombe per carri armati della Simmel alle componenti per centrali di tiro della Rheinmetall, dai blindati della Iveco alle “apparecchiature specializzate per l’addestramento militare”. Nel 2011, il governo Berlusconi – si legge sempre nel documento – autorizza l’esportazione di 14.730 colpi completi per carri armati e nel 2012 altri 692 colpi completi con spoletta e altri 673 colpi completi tutti prodotti da Simmel Difesa. Sempre nel 2011 è stata autorizzata l’esportazione di 355 componenti per la centrale di tiro Skyguard per missili Sparrow/Aspide e affusti a cui sono seguiti, nel 2012, altre 1.000 componenti e corsi d’addestramento per la stessa centrale di tiro prodotta dalla Rheinmetall Italia.

Nel 2012 – sottolinea la Rete per il Disarmo – il governo Monti ha autorizzato l’esportazione di 55 veicoli blindati Lizard della Iveco. Vanno, infine, segnalate le esportazioni autorizzate nel 2012 a Oto Melara per attrezzature del cannone navale “76/62 S/R” e apparecchiature elettroniche e software della Selex Elsag. Un vero e proprio arsenale bellico che va dalle migliaia di fucili d’assalto, ai lanciagranate, ai colpi per carri armati, a veicoli blindati ecc. “Soprattutto – evidenzia Carlo Tombola, coordinatore scientifico di Opal – sono da segnalare nel 2011, cioè nel bel mezzo delle rivolte popolari, le esportazioni dalla provincia di Lecco di munizioni probabilmente prodotte dalla ditta Fiocchi. Si tratta di forniture per oltre 41.900 euro, che possono corrispondere ad oltre 100mila munizioni. Ricordiamo che – come ha documentato Amnesty International – in piazza Tahrir dopo gli scontri tra manifestanti e forze armate del 2011, sono stati ritrovati dei bossoli di munizioni della Fiocchi”. Le esportazioni sono tuttora in corso, visto che nei primi tre mesi del 2013 l’Istat ha già rilevato spedizioni all’Egitto di armi e munizioni per oltre 2,6 milioni di euro, come spiega Giorgio Beretta, analista di Opal.

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