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L’Iraq sotto il terrore Isis

di Giovanni Sorbello

La violenza sta terrorizzando l’intero Paese iracheno. Dagli attacchi giornalieri contro civili e militari, i miliziani sono passati all’occupazione di buona parte dell’Iraq. Da ieri sera i terroristi dello Stato Islamico dell’Iraq e al-Sham (Isis) hanno preso saldamente il controllo di Mosul e di altre città settentrionali, infliggendo un duro colpo al governo iracheno.

I terroristi dell’Isis hanno avanzato verso la raffineria di petrolio della città di Baiji, invitando le 250 guardie di servizio presso la raffineria di ritirarsi e lasciare libero il sito. Questa raffineria è la più grande dell’Iraq e fornisce prodotti petroliferi alla maggior parte delle province del Paese.

Ieri sera alcuni uomini armati hanno contattato gli sceicchi tribali più importanti di Baiji tramite cellulare, consigliando di chiedere ai propri figli che prestano servizio in polizia e nell’esercito, di deporre le armi e ritirarsi prima della preghiera della sera. I miliziani sono entrati nella tarda serata di ieri a Baiji con circa 60 veicoli.

Circa 500mila iracheni sono fuggiti dalle loro case a Mosul temendo un aumento delle violenze, ha riferito l’Organizzazione internazionale per le migrazioni con sede a Ginevra. Il parlamentare iracheno, Adnan Siraj, ha dichiarato nel corso di un’intervista rilasciata ieri ad Al-Alam, che l’Arabia Saudita, l’intelligence turca e l’ex vice presidente iracheno Tariq al-Hashimi sono dietro gli attentati e le violenze che negli ultimi mesi stanno terrorizzando l’Iraq.

Queste violenze non sono solo frutto del fanatismo di sette jihadiste che di religioso ovviamente non hanno nulla. Questa inaudita violenza è parte di un piano che coinvolge l’intera regione e soprattutto gli equilibri strategici tra il blocco wahhabita capeggiato dall’Arabia Saudita, e quello sciita capeggiato dall’Iran. Dopo il fallimento siriano, i sauditi stanno cercano di non perdere l’egemonia nella regione dettata soprattutto dalla leadership delle esportazioni di petrolio nel mondo.

Devastare Paesi e dividere popoli è il modo migliore per eliminare rivali e mantenere il monopolio nei vari commerci. Di esempi attuali ne abbiamo diversi, basta guardare la fine che hanno fatto i Paesi delle cosiddette “Primavere arabe”, Egitto e Libia in testa. Paesi sprofondati nel terrore e saccheggiati di ogni bene. Questa è la strategia folle e criminale di chi, avendo perso ogni sembianza umana, continua a giocare con i destini e il sangue di popoli interi pur di mantenere i propri sporchi privilegi.

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