di Giovanni Sorbello
Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha ordinato al ministero della Difesa di continuare con maggiore rapidità la produzione di missili necessari alle forze armate del Paese, in risposta ai piani di Washington di imporre nuove sanzioni utilizzando come pretesto il test del missile balistico Emad avvenuto nel mese di ottobre.
In una lettera inviata ieri al ministro della Difesa, generale di brigata Hossein Dehqan, il presidente Rouhani ha criticato il governo degli Stati Uniti per l’ingerenza e le politiche ostili nei confronti della Repubblica islamica dell’Iran.
Funzionari dell’amministrazione Usa hanno inviato mercoledì scorso al Congresso il progetto per imporre nuove sanzioni contro aziende e privati iraniani, oltre all’esame da parte dell’Iran del missile Emad.
Il presidente iraniano ha ribadito che il potere di difesa dell’Iran oltre ad essere un diritto della nazione, contribuisce alla sicurezza e alla stabilità regionale e non costituisce una minaccia per gli altri. Egli ha anche sottolineato che le capacità di difesa servono a salvaguardare la sovranità del Paese, l’indipendenza, l’integrità territoriale e sostenere la lotta contro il terrorismo.
La Repubblica islamica non ha mai permesso che la questione legata al suo potere di difesa, compreso il suo programma missilistico, potesse essere messa in discussione all’interno dei negoziati sul nucleare con il Gruppo 5+1. L’Iran ha ripetutamente annunciato che i test missilistici sono una questione relativa alla difesa della sua integrità territoriale e non hanno nulla a che fare con il piano globale d’azione comune (Jcpoa).
A pochi mesi dal raggiungimento dell’accordo sul nucleare iraniano, gli Stati Uniti dimostrano la loro assoluta inaffidabilità e confermano che non potrà mai esistere una reale possibilità di dialogo. D’altronde, la storia insegna, e nessuno potrà permettersi di dimenticare decenni di terrorismo scatenato dagli Usa contro il popolo iraniano.
