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Usa: nuova strage della follia, 14 morti a San Bernardino

di Adelaide Conti

Siamo a San Bernardino, Los Angeles, un uomo Syed Rizwan Farook e la moglie Tashleen Malik entrano all’Inland Regional Center armati fino ai denti e compiono una strage. Quattordici morti e diciassette feriti il bilancio definitivo. I motivi che hanno spinto la giovane coppia ad uccidere sono al momento poco chiari. La provenienza dei due killer, Farook originario dell’Asia meridionale e la moglie originaria del Pakistan, farebbero pensare ad un collegamento con l’attuale “terrorismo”, ma le autorità non escludono che si sia trattato di una sorta di feroce vendetta legata all’ambiente di lavoro di Farook.

Sì, perché a cadere sotto il fuoco delle armi della coppia sono stati i colleghi dello stesso Farook. Quest’ultimo era ispettore sanitario presso il Dipartimento di salute pubblica, e ieri si trovava, insieme alla moglie, all’interno della struttura no-profit per disabili e servizi sociali che i suoi colleghi avevano affittato per tenere la consueta festa di fine anno. Dalle prime ricostruzioni, i due killer si sarebbero in un primo momento allontanati dalla festa per farne ritorno armati di tutto punto e con indosso un equipaggiamento simile a quello in dotazione alle forze speciali.

Dopo aver compiuto la strage sono stati uccisi dalla polizia al termine di una massiccia caccia all’uomo. La dinamica della strage lascia supporre che i due non abbiano agito d’impulso, ma che avessero ben chiaro in mente cosa fare. A conferma di ciò le dichiarazioni del capo della polizia di San Bernardino, Jarroid Burguan: “Doveva essere qualcosa di pianificato, almeno in parte – e aggiunge – non credo che (Farook, ndr) sia tornato semplicemente a casa e si sia messo quegli abiti tattici”.

La comunità islamica californiana ha immediatamente condannato l’accaduto convocando una conferenza stampa in cui ha partecipato anche il cognato del killer, Farhan Khan, che ha dichiarato: “Perché lo ha fatto? Non ne ho assolutamente idea. E sono scioccato”. In casa dei due assassini sono stati trovati fucili d’assalto, pistole semiautomatiche e munizioni in abbondanza. Un vero e proprio arsenale. Sia i fucili che le pistole sono state acquistate legalmente, ha reso noto Meredith Davis, portavoce dell’Atf (Bureau of Alcohol, Tabacco, Firearms and Explosives).

Ed ecco che torna prepotentemente negli Stati Uniti il tema delle armi. Della facilità con cui si può entrare in possesso di fucili, pistole, munizioni e quant’altro; semplicemente acquistandole. Un problema che va affrontato in maniera seria e tempestiva. Dopo quest’ennesima carneficina il presidente ha rivolto un nuovo invito al Congresso: “Non dobbiamo pensare che questo sia qualcosa che avvenga nel corso normale delle cose, perché queste sparatorie non avvengono con la stessa frequenza negli altri Paesi. Per rendere l’America più sicura serve un’azione bipartisan a tutti i livelli governativi, per rendere queste tragedie rare e non normali”. Perché di normale, in storie come queste, non c’è davvero nulla.

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