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Libia nel caos è guerra a Bengasi

di Giovanni Sorbello

La tormentata Libia, tra le maggiori vittime delle “Primavere arabe”, è sempre più vittima di una atroce spirale di violenza che pare non avere mai fine. Nella giornata di ieri la città orientale di Bengasi, culla della “rivolta” del 2011, ha vissuto una delle giornate più sanguinose degli ultimi anni.

Scontri feroci sono scoppiati ieri mattina quando un gruppo armato vicino alle forze governative guidato da Khalifa Haftar – un ex capo di un gruppo “ribelle” durante la rivolta del 2011 che ha aiutato la Nato a rovesciare Muammar Gheddafi – ha attaccato una caserma occupata dalla milizia islamista “Brigata 17 febbraio”.

L’attacco è stato sostenuto anche da elicotteri ed aerei da guerra, a conferma del ruolo avuto da alcuni reparti dell’esercito libico. Il bilancio dei combattimenti è di 79 morti e 146 feriti. Secondo le fonti locali la forza militare di Haftar avrebbe preso il controllo del quartier generale della milizia guidata da Rav Alshat.

La Libia continua ad essere testimone di numerosi scontri tra le forze governative e gruppi di miliziani che hanno giocato un ruolo chiave nella “rivolta” popolare del 2011, che portò al rovesciamento dell’ex dittatore Muammar Gheddafi.
Bengasi è stata teatro di numerosi attentati e omicidi nel corso dell’ultimo anno, soprattutto legati alle rappresaglie tra le varie milizie.

Gli ex ribelli rifiutano di deporre le armi nonostante gli sforzi da parte del governo centrale di imporre la legge e l’ordine. A quasi tre anni dalla caduta di Gheddafi, per la Libia, devastata e depredata, il futuro resta sempre più incerto.

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