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Mosul, Aleppo e il doppio standard dei media

Mosul e Aleppo sono gli epicentri di una partita epocale, in cui sono in gioco gli equilibri del Medio Oriente e non solo; è tale perché il risultato a cui s’avviano gli eventi sovvertirà radicalmente il sistema di potere mantenuto nell’area per molti decenni dagli Stati Uniti e dalle Monarchie del Golfo.

mosul-isis-aleppoCome ogni volta quando la Storia si rimette in movimento, tutti gli attori regionali sgomitano per strappare qualche vantaggio dal cambiamento, affollando la scena ma non mutando il finale del dramma che s’avvia all’epilogo.

In questo scontro, già aspro da sé, s’è inserita la contrapposizione fra gli Usa e la Russia, ovvero fra gli antichi custodi del sistema di potere che sta crollando, e Mosca, che è ritornata sulla scena mondiale e intende occupare lo spazio politico lasciato da Washington.

Mosul e Aleppo sono due episodi speculari della stessa guerra, scatenata da un’aggressione che voleva raggiungere i medesimi scopi: destabilizzare e smembrare quei Paesi, garantendone l’assoggettamento, ma gli attori coinvolti, nella sostanza i medesimi, vi recitano ruoli diversi.

A Mosul gli Usa, dopo aver fomentato per anni la destabilizzazione dell’Iraq ed aver finto di combattere l’Isis, adesso che il “califfato” è alle corde grazie all’Asse della Resistenza, hanno fatto buon viso a cattivo gioco e, per non rimanere tagliati fuori dalla regione, si sono uniti alle forze che stanno sferrando l’attacco finale alla città, utilizzando i curdi come proprie pedine. Ad Aleppo, l’Esercito siriano e le forze dell’Asse della Resistenza, appoggiate dalla Russia, vogliono liberare quella parte della città ancora occupata dai qaedisti.

In entrambe le città i terroristi, siano essi i tagliagole dell’Isis o di Al-Nusra, tengono in ostaggio la popolazione impedendo che fugga, perché la presenza di centinaia di migliaia di civili è un ostacolo serio alle operazioni militari degli attaccanti; ma per i media internazionali, a Mosul le vittime civili, che purtroppo ci saranno e tante, vengono definite “scudi umani”, ostaggi dell’Isis costretti ad affrontare bombe e cannonate, e la responsabilità di quei morti deve ricadere sulla barbarie dei Daesh.

Ad Aleppo, dove i “ribelli” sparano per impedire ai civili di utilizzare tregue e corridoi umanitari per fuggire, per i media le vittime vengono addebitate tutte ai bombardamenti degli aerei russi e siriani.

Il motivo di questa opposta descrizione di realtà nella sostanza uguali, sta nel fatto che i gruppi di terroristi qaedisti rinserrati ad Aleppo (al-Nusra e i suoi satelliti) hanno da sempre il pieno appoggio Usa e lo si è visto pubblicamente quando sul rifiuto di combatterli sono cadute le proposte di tregua avanzate da Mosca.

Per coprire questa assurdità (considerare Al-Qaeda moderata solo perché fa il gioco di Washington) lo Zio Sam ha usato il suo tradizionale soft-power mediatico, che ha creato due realtà virtuali diverse fra Mosul e Aleppo, imponendole come verità inconfutabili.

A Mosul, dove gli Usa sono impegnati a rifarsi una discutibile verginità dopo anni di appoggio all’Isis, e vogliono condividere il successo contro il Daesh per il dopo, i morti fra i civili sono causati dall’Isis che li usa come scudi umani. Ad Aleppo, le vittime civili sono conseguenza dei barbari bombardamenti effettuati dall’aviazione russa, che continuerebbe a martellare la città a puro scopo terroristico, e ciò malgrado le ripetute offerte di tregue unilaterali, corridoi umanitari, etc., da parte dei governativi.

Giova notare, che questa massiccia opera di disinformazione è svolta non a beneficio dell’opinione pubblica americana, assolutamente indifferente alle vicende mediorientali, quanto europea; una disinformazione funzionale al disegno Usa di demonizzazione della Russia, dipinta come responsabile di eccidi, con cui è di conseguenza impossibile dialogare né, tanto meno, attenuare le sanzioni in corso, anzi, semmai, aggiungerne altre.

E che dietro il doppio standard adottato fra Mosul ed Aleppo ci sia anche la volontà di tacitare il crescente dissenso verso le sanzioni fra gli stati europei, e il recente tentativo di rilanciarle al Vertice di Bruxelles è dimostrato dai fatti.

Inutile stupirsi di tutto questo: i media danno la narrazione che più conviene e un’Europa succube e suddita continua a prendere per buone le favole dello Zio Sam, dove gli americani sono i buoni e i russi gli orchi mangia-bambini. Favole che vanno avanti da 70 anni.

di Salvo Ardizzone

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