di Redazione
Ritorna la calma nella città libanese di Arsal, teatro negli ultimi giorni di feroci combattimenti tra l’esercito libanese e terroristi dell’Isil e del Fronte al-Nusra. Questa mattina l’esercito libanese ha verificato il ritiro dei terroristi – così come da accordo – dalla città situata vicino al confine siriano. Il ritiro è avvenuto come parte di un accordo stipulato tra i rappresentanti degli studiosi musulmani e il governo. Attualmente è in corso un incontro tra una delegazione di studiosi musulmani, guidati dallo sceicco Hussam al-Ghali, le Forze di Sicurezza Interna e l’esercito libanese per facilitare il trasporto di aiuti umanitari ad Arsal.
Decine di persone, tra cui 17 soldati, sono stati uccisi durante i combattimenti negli ultimi cinque giorni. L’agenzia Onu per i rifugiati Unhcr ha riferito che sulla base dei rapporti ricevuti dagli ospedali da campo, le persone uccise sarebbero almeno 38 e 268 quelle ferite. Circa venti le ambulanze della Croce Rossa che hanno fatto ingresso oggi nella città martoriata in coordinamento con l’esercito, per trasferire 42 civili feriti, di cui 38 siriani e quattro libanesi, negli ospedali della Valle della Beka’a. Fonti della Reuters hanno confermato che l’esercito ha ucciso ieri sera 14 miliziani durante combattimenti in risposta alla violazione del cessate il fuoco da parte dei terroristi.
Tre poliziotti catturati all’inizio di questa settimana da uomini armati sono stati trovati in un ospedale nella zona meridionale di Arsal. Altri sette, tenuti in ostaggio dai jihadisti, sono stati rilasciati all’alba di oggi. Circa venti soldati libanesi rimangono ancora nelle mani dei terroristi. Gli scontri ad Arsal hanno avuto inizio sabato scorso dopo che le forze di sicurezza hanno arrestato un comandante islamista leader dei “ribelli” locali del Fronte al-Nusra. Subito dopo l’arresto, uomini armati hanno attaccato le forze di sicurezza locali e assediato la città.
