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Libano. Tripoli pronta ad esplodere

di Giovanni Sorbello

Il capo del Consiglio islamico alawita lo sceicco Assi Assad, ha avvertito oggi che i residenti del quartiere filo-siriano di Jabal Mohsen a Tripoli, ne hanno avuto abbastanza.

“La situazione è ormai fuori controllo, gli episodi di violenza nei confonti della nostra comunità sono continui e sempre più gravi, siamo costretti a prendere le armi e difenderci”, ha dichiarato Assi in un’intervista televisiva.

“Il presidente Michel Sleiman, Nabih Berri, il primo ministro Najib Mikati, il ministro Marwan Charbel e il comandante dell’esercito Gen. Jean Kahwagi sono responsabili per la stabilità e la sicurezza di Tripoli”, ha aggiunto Assi.

Assi ha riferito che la comunità alawita sostiene l’esercito libanese a condizione che protegga tutte le varie comunità.

Lo ha detto il giorno dopo una sparatoria in un ospedale pubblico di Tripoli, in cui una persona è morta e dieci sono rimaste ferite, tra cui due soldati dell’esercito libanese. Nelle ultime 48 ore sono state uccise quattro persone e 25 sono rimaste ferite.

Le milizie salafite presenti a Tripoli, ben conosciute dalle autorità libanesi, rappresentano una costante minaccia per la stabilità dell’intero Libano. Queste milizie sono pienamente coinvolte nel conflitto siriano, sostenendo le bande di mercenari che combattono il legittimo governo di Assad e compiendo vili attacchi terroristici contro la popolazione civile.

La volontà di questi miliziani, sostenuti e finanziati da Qatar, Arabia Saudita e dalla famiglia libanese degli Hariri, è di fomentare odio e violenza tra le varie comunità religiose libanesi, avendo come obiettivo finale la resistenza degli sciiti di Hezbollah, unico e reale ostacolo per impadronirsi del Libano. Il countdown è iniziato.

 

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