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Libano, tra i vicoli dei campi profughi cresce la minaccia di una nuova guerra civile

Le forti tensioni che stanno attraversando tutto il Libano hanno fatto crescere timori su un possibile confronto tra palestinesi ed Hezbollah, derivante principalmente dal coinvolgimento di alcune fazioni radicali che combattono in Siria e si sono rese protagoniste anche degli attentati terroristici nel Paese dei cedri.

Il leader del gruppo terroristico Fronte Al-Nusra, Abou Mohammed al-Joulani, ha affermato recentemente in un’intervista su Al-Jazeera che la sua organizzazione è attiva sul suolo libanese per aiutare i sunniti, compresi i palestinesi, ad affrontare il “nemico sciita” rappresentato da Hezbollah.

Le zone popolate da sciiti in tutto il Libano sono state bersaglio di attacchi terroristici ancor prima che Hezbollah iniziasse il suo intervento militare in Siria a difesa dei villaggi sciiti dagli attacchi dei “ribelli” siriani. Diverse autobombe hanno preso di mira la periferia sud di Beirut negli ultimi mesi, mentre altri attacchi si sono verificati nella Valle della Beqaa.

Il capo del Movimento islamico jihadista nel campo profughi palestinese di Ain al-Hilweh, a Sidone, ha espresso timori per un possibile confronto armato tra Hezbollah e profughi palestinesi in Libano, se il partito non rivede le sue scelte politiche e soprattutto militari in Siria. Sheikh Jamal Khattab ha dichiarato al Daily Star che: “Se scoppiasse un conflitto tra palestinesi ed Hezbollah potrebbe essere peggiore rispetto la ‘guerra dei campi’ degli anni ’80″.

Ad Ain al-Hilweh e in altri campi, si possono notare poster di palestinesi locali uccisi mentre combattevano al fianco di gruppi “ribelli” in Siria. Fonti della sicurezza libanese affermano che gruppi islamici palestinesi di Ain al-Hilweh hanno effettuato tutti i preparativi per un possibile conflitto con l’Hezbollah. Queste organizzazioni comprendono Usbat al-Ansar, Jund al-Sham, Fatah al-Islam e altri gruppi salafiti sostenitori dello sceicco Ahmad al-Assir. Questi gruppi sono finanziati da alcuni Paesi del Golfo, Arabia Saudita in testa, tramite il partito filo-occidentale “Future” della famiglia Hariri.

A quanto pare questi gruppi – e i loro sponsor – credono che le condizioni in Libano siano maturi per una guerra estesa contro gli “infedeli sciiti”. Ci sarebbero anche dei piani in atto per far arrivare diversi gruppi attualmente impegnati a combattere in Siria, per allargare la guerra tra sunniti e sciiti in tutto il Libano.

Nel Paese dei cedri cresce sempre di più la diffidenza verso i palestinesi, ritenuti responsabili dei recenti attacchi terroristici a Dahiyeh e contro l’ambasciata iraniana. Uno dei due kamikaze che hanno attaccato l’ambasciata iraniana il 17 novembre era Mouin Abu Dahr, un noto palestinese la cui madre è sciita e suo padre sunnita. Il turbolento campo di Ain al-Hilweh è sotto i riflettori dopo l’arresto di Majed al-Majed, il leader delle Brigate Abdullah Azzam.

Infine, da segnalare anche la posizione della maggior parte delle fazioni palestinesi che condannano gli attacchi in territorio libanese, e sono tutte impegnate a mantenere la sicurezza nei campi e tenere sotto controllo i gruppi radicali.

di Giovanni Sorbello

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