Libano, solo Israele dietro la strage?
Nonostante i media americani e il Dipartimento di Stato americano abbiano rapidamente negato il loro coinvolgimento nell’ultima operazione terroristica israeliana in Libano, ci sono prove che confermano il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti in questa operazione contro i cittadini libanesi.
Il mese scorso, l’ospedale americano di Beirut ha inviato un’e-mail a tutti i suoi dipendenti, chiedendo loro di consegnare i “cercapersone” entro il 29 agosto, per aggiornare e potenziare il sistema.
Inoltre, gli aerei militari americani, utilizzati nella guerra elettronica e nelle operazioni di segnalazione relative alle telecomunicazioni e all’elaborazione dei segnali, sono stati avvistati ieri vicino alla costa del Libano, nel Mar Mediterraneo orientale. Tra gli aerei rilevati l’EC-130H, dotato di hardware e software che consentono di hackerare dispositivi wireless e altro ancora. Viene utilizzato per la guerra elettronica.
Strage in Libano tra ipotesi e smentite
Funzionari hanno dichiarato al New York Times che Israele ha manomesso i dispositivi di comunicazione nel tragitto da Taiwan al Libano. Ha posizionato da 1 a 2 once di tetranitrato di pentaeritritolo accanto alla batteria di ciascun dispositivo di comunicazione, oltre a una chiave per farlo esplodere. Alle 3.30 di ieri, sugli apparecchi di comunicazione è arrivato un messaggio che sembrava provenire dalla leadership di Hezbollah, poi l’apparecchio ha suonato brevemente ed è esploso.
Nella corsa alle smentite, arriva anche quella della società taiwanese “Gold Apollo” che, attraverso Reuters, afferma che i dispositivi “cercapersone” esplosi ieri in Libano non sono stati prodotti dalla società, ma dalla società ungherese Bac che ha il diritto di utilizzare lo stesso marchio.
di Redazione