AmbienteCronaca

No Scie Chimiche: Muos, Haarp e ciò che non ci dicono

Si è svolta ieri 9 Giugno, presso la sede dell’Associazione Culturale Mob, via Raffaello 2 (Palermo), una interessante conferenza organizzata dal Coordinamento No Scie Chimiche Italia, già attivo e operante in tutta la nazione allo scopo di informare gente di tutte le età su un disegno mondiale ancora troppo poco conosciuto ma già ben portato avanti dietro il controllo di pochi.

Relatore principale è stato l’esperto Giorgio Carana, Presidente del Coordinamento, che attraverso delle chiare proiezioni ha guidato il pubblico in un percorso iniziato dall’origine del problema, quindi dal protocollo sui carburanti del 1975 che ha sostituito la percentuale di acqua nei motori aerei e che provocava la conosciuta scia di condensa, al sistema Haarp basato sulla geniale scoperta di Tesla.  Non per ultimo poi il Muos e le ben più pericolose 46 antenne Nrtf-8 già presenti nel paese siciliano di Niscemi dal 1991, area dove si registra un crescente aumento di morti per tumori o leucemie.

Il sistema H.a.a.r.p, come ha spiegato Carana, iniziò a svilupparsi per un discorso politico: dal conflitto tra le due potenze mondiali quali America e Russia, nacque il bisogno americano di “spiare” i comunisti attraverso un grande “telescopio”, come può essere definito questo sistema,  situato nel territorio più vicino quale l’Alaska.

Essendo la ionosfera ad almeno 60 Km dal suolo,  questo sistema per poter mandare un raggio di emissioni che potesse essere rifratto nella ionosfera e poi rimandato giù, aveva bisogno di una grandissima potenza.  L’idea geniale fu dunque quella di “abbassare il cielo” attraverso le irrorazioni di Scie che, per le diverse condizioni che le differiscono da quelle di condensa, vengono chiamate “chimiche”. Un fenomeno che suscita molto scetticismo ma che, di questo stesso comportamento passivo da parte della gente, si nutre per poter proseguire indisturbato.

A nessuno è mai capitato di alzare lo sguardo al cielo e notare nuvole strane che non hanno alcuna forma, come lo erano prima nei cumuli o nei cirri? Forse sì, ma non ci si fa molto caso. Eppure sono stati documentati casi in cui zone comuni del mondo sono state sorvolate da circa 400 aerei non registrati nel traffico degli aerei civili. Aerei non aventi targhe, come richiesto dal Codice Enac.

Aerei che non rilascerebbero delle normali scie di condensa in quanto queste  “si formano solamente sopra i 7mila metri, con il 70% di umidità relativa e da –40°, condizioni contemporanee”. Ma a cosa servono le scie e quale il loro collegamento con Haarp e Muos?

Ad opporsi alle irrorazioni chimiche nel Mediterraneo fu proprio il dittatore Gheddafi che mise a disposizione 600 milioni di dollari per contrastare questo sistema minacciando di rispondere con dei missili propri se mai un aereo del genere avesse sorvolato la zona siciliana. Il Governo Italiano, che sappiamo benissimo ha sempre frenato le spinte indipendentiste dell’isola e favorito il progetto Muos, avrebbe fatto passare la frase come un atto di minaccia verso l’intera nazione. In quel momento i lavori del Muos erano infatti fermi, mentre alla morte del “tiranno” sono partiti i lavori ufficiali e le stesse irrorazioni in tutto il Sud.

Le scie funzionano come le stesse onde che provochiamo nell’acqua gettando un sassolino: se poi mettiamo una fogliolina vediamo che la stessa si muoverà nella stessa direzione delle onde. Un metodo efficace per trasportare informazioni e controllare il clima di un paese che si vuole colpire. Le stesse emissioni delle antenne Nrt8 presenti a Niscemi – spiega Carana – sono state analizzate ad una frequenza che va dai 50 Hertz in su e non più giù: il cervello umano funziona proprio a circa 3 Hz. Perché non effettuare le misurazioni proprio a quella stessa frequenza?

Dubbi che cercano ancora risposte da enti come l’A.r.p.a: si legge in una nota che “le agenzie regionali per la “protezione” dell’ambiente sottostanno ad una direttiva interna (in vigore anche negli Stati Uniti) che vieta di rilevare il nanoparticolato atmosferico che possa rimandare alle attività di geoingegneria militare clandestina (bario, alluminio, manganese, cadmio, litio, silicio, biossido di zolfo etc.)”.

E’ vero, il Muos è uno strumento utile per mettere in collegamento mezzi militari e droni di terra e di mare a beneficio della Marina militare statunitense per le sue guerre in Medio Oriente. Ma siamo sicuri sia solo quella la minaccia? Siamo consapevoli del disegno mondiale di “controllo mentale”  a cui si rifà il programma MONARCH e MKUltra?

Non è la prima volta che il “sistema” agisce in modo tale da concentrare l’allarme su un punto per distogliere l’attenzione da un altro quali possono essere quelle pericolose 46 antenne di Niscemi che oltre ad aver deturpato l’originale bellezza di una zona naturale, continuano a uccidere mamme, giovani ed anziani oltre che militari italiani. Il Muos è assolutamente da fermare ma attenzione a non sottovalutare le “piccole ma grandi” antenne.

di Redazione

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