Libano e il ruolo fondamentale di Unifil
Da mesi ormai la situazione in Libano è esplosiva per diversi motivi: la crisi economica e sociale è aggravata dal ritardo nella formazione del Governo e dalle ingerenze di Paesi stranieri, Mediorientali e non, che per motivi geo-strategici fanno leva sulle divisioni e le problematicità nazionali per il proprio tornaconto.
Il Paese dei Cedri è importante nell’equilibrio mediorientale in quanto crocevia tra Iran, Iraq, Israele e Arabia Saudita e molte forze politiche che amministrano il Paese non sono sufficientemente indipendenti per fare fronte alla sua stessa governabilità e sussistenza.
Il riaccendersi del focolaio israelo-palestinese, per fortuna ora rientrato nei ranghi, non ha fatto che inasprire ulteriormente un Paese già intossicato da enormi conflitti interni. Ricordiamo le numerose guerre che Libano e Israele hanno combattuto nel corso del Novecento e negli anni 2000.
In questo panorama così destabilizzato è stato necessario parlare con un interlocutore importantissimo per il Paese, ossia con Unifil, Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite col compito di monitorare i confini Sud tra Israele e Libano, favorire la pace, la sicurezza e il dialogo tra le due parti e supportare il governo libanese nel ristabilire la sua autorità nell’area.
A capo della missione internazionale c’è il Generale Italiano Stefano del Col. Per riflettere sulla situazione abbiamo contattato il Generale di Brigata Davide Scalabrin, Comandante del Sector West della Missione Unifil e Comandante (in Italia) della Brigata Alpina “Taurinense” attualmente dispiegata nel Libano del Sud.
1. Generale Scalabrin, il Libano è un Paese importantissimo per l’equilibrio Mediorientale ma versa in uno stato di crisi pericolosissimo, il tutto aggravato da un alto numero di contagi da Covid-19. Unifil in generale come vigila sulla crisi e in particolare, il contingente italiano ha messo in campo delle iniziative per arginare il disagio economico e gli scontri sociali?
Il Libano sta vivendo un periodo molto complesso e delicato, sia a causa della pandemia in corso, sia per la pesante crisi economica e politica che attanaglia il Paese, e ora a causa dei gravi scontri che hanno interessato l’area con ripercussioni anche nel Libano meridionale. Sector West, che opera sotto ilComando di Unifil, sta attuando le necessarie misure di controllo che la missione richiede, in linea con il mandato della Risoluzione 1701.
La nostra attività prosegue anche grazie alla stretta cooperazione con le Forze Armate Libanesi e le istituzioni locali per la sicurezza e la stabilità dell’area. Se il compito della missione Unifil non è espressamente quello di intervenire direttamente sul lato economico e sociale, essa pone comunque un’attenzione particolare nel supportare la società libanese individuandone i bisogni primari e le aree di maggiore criticità. Questo è il compito che il Contingente svolge tramite i nostri team specialistici della Cooperazione Civile-militare (CIMIC, Civil MilitaryCooperation) che, grazie ai continui incontri con le autorità locali per l’individuazione delle necessità più o meno urgenti, operano per rendere il nostro supporto più aderente possibile alle condizioni attuali, tramite lo sviluppo e la realizzazione di progetti a favore della popolazione.
È infatti la cooperazione con chi ci ospita l’elemento chiave del successo. Il dialogo e lo scambio di informazioni con le autorità libanesi militari e civili ci permettono di poter continuare ad operare pienamente adottando gli accorgimenti necessari. Questo è possibile perché le autorità libanesi hanno ben chiara l’importanza della nostra missione e l’interesse comune a realizzare un supporto concreto ed efficace.
2. 13 Maggio 2021, notizia recentissima. Le Forze militari israeliane hanno affermato che sono stati sparati tre razzi dal Libano verso Israele. Il riacceso conflitto israelo-palestinese in che misura può influenzare i Paesi limitrofi?
La storia passata e recente del Medio Oriente dimostra come gli Stati e le popolazioni di quest’area siano particolarmente “legati”, nel bene e nel male. La situazione che si è venuta a creare a partire dal secondo conflitto mondiale ha prodotto un equilibrio estremamente fragile. La presenza di masse di profughi provenienti da diversi Paesi coinvolti in conflitti o in gravi situazioni di crisi, ha ulteriormente rafforzato questi “ponti” che legano le diverse Nazioni, riverberando così le tensioni presenti in alcuni Stati sulle nazioni vicine. Ciò rende ancora più importante la missione Unifil, il cui compito principale è la costante vigilanza sulla cessazione delle ostilità tra Libano e Israele monitorando la Blue Line, ossia la linea di demarcazione tra i due Paesi, attraverso pattugliamenti e posti di osservazione e controllo.
In aderenza a questo mandato, l’improvviso lancio di razzi verso Israele dal Libano ha portato ad un immediato innalzamento delle attività di pattugliamento e controllo in tutto il Sud del Libano, in stretta collaborazione con le Forze Armate Libanesi e che hanno interessato anche gli uomini e le donne della Brigata Alpina “Taurinense” a fianco dei colleghi di oltre 16 nazioni che compongono Sector West.
3. Il contingente Italiano in Libano sta mettendo in campo dei mezzi e dei progetti per aiutare a contrastare il Covid?
L’emergenza sanitaria, che qui in Libano presenta ancora dei notevoli livelli di criticità benché la campagna vaccinale sia iniziata, ha richiesto e continua a richiedere uno sforzo maggiore per garantire il costante contatto con la comunità civile, applicando nel contempo le necessarie misure di sicurezza a protezione dei nostri soldati. A tal proposito, abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione al rispetto delle norme di contenimento del contagio da Covid-19. Questa campagna informativa “Together against Covid” si sviluppa anche attraverso diffusione di brevi filmati, realizzati insieme a medici e a militari libanesi, e interessando diverse componenti del contingente di Sector West, con l’obiettivo di raggiungere i diversi strati della popolazione, sensibilizzandoli a mettere in atto tutti gli accorgimenti per limitare il contagio e contrastare il diffondersi della malattia.
Parallelamente, il CIMIC sta operando da oltre due mesi attraverso la consegna mirata di dispositivi di protezione individuale alle principali Istituzioni che, in questa nuova fase della pandemia, facendosi carico delle necessità locali, ne coordinano la distribuzione sul territorio.
Contestualmente prosegue il supporto diretto delle principali strutture sanitarie con attrezzature che integreranno le capacità dei nosocomi di curare le persone affette da Covid. Avvalerci delle istituzioni locali, proprio con lo scopo di coinvolgere quanto più possibile gli amministratori locali del territorio senza sostituirci a loro, è l’approccio che sta riscuotendo il maggiore apprezzamento.
Recentemente abbiamo integrato il supporto nel settore sanitario avviando una nuova funzione di Medical Counseling a favore dei principali ospedali governativi dell’area. In sostanza, i medici militari italiani del Contingente stanno mettendo a disposizione dei colleghi libanesi la preziosa esperienza maturata lo scorso anno quando, durante le fasi più drammatiche della pandemia in Italia sono stati inviati ad operare negli ospedali civili a supporto del Servizio Sanitario Nazionale.
Questo approccio è oltremodo necessario anche perché siamo consci che, in una società profondamente colpita da una crisi sociale, economica e politica come quella libanese, il Covid può non essere percepito in tutta la sua criticità, portando la popolazione a sottostimarne la pericolosità e gli effetti.
4. Il Cardinale Raï afferma che le frontiere Orientali e Settentrionali sono troppo permeabili a traffici illeciti quali il commercio illegale e clandestino di carburante e di armi e il passaggio di droga verso il golfo e l’Arabia Saudita. La situazione a sud, sulla Blu Line, ai confini con Israele, risulta essere in quale stato?
Tra i compiti del mandato di Unifil, il monitoraggio costante della Blue Line, allo scopo di vigilare sulla cessazione delle ostilità tra Libano e Israele, rappresenta senza dubbio una delle principale attività per il monitoraggio dell’area, a cui si aggiunge il supporto alle Forze Armate Libanesi (Laf) per la vigilanza sulla presenza di armi a sud del fiume Litani. La Blue Line, che di fatto crea una separazione fisica tra Libano e Israele, è costantemente presidiata dalle forze internazionali di Unifil, dalle Laf e dall’esercito israeliano. Inoltre, il continuo scambio di informazioni tra Unifil, Laf e le autorità civili consente di avere un maggior controllo sul settore di nostra competenza, mantenendo costante il livello di attenzione.
di Ilaria Parpaglioni