Libano. Prove generali per una nuova guerra civile
Libano – Pesanti bombardamenti e violente battaglie hanno imperversato durante la notte sulla città di Tripoli, tra combattenti pro e anti-Assad, portando il bilancio degli scontri a 24 morti e oltre 200 feriti in sei giorni di combattimenti.
Gli scontri vedono coinvolti i sostenitori del presidente siriano Bashar Assad nel quartiere a maggioranza alawita di Jabal Mohsen, e i miliziani salafiti filo “ribelli” siriani nel vicino quartiere sunnita di Bab al-Tabbaneh.
Quasi 1.200 colpi di mortaio sono stati sparati dai miliziani salafiti sul quartiere di Jabal Mohsen, provocando oltre a numerose vittime, anche ingenti danni alle abitazioni.
Ieri sera gli scontri si sono allargati anche nei quartieri meridionali di Tripoli, coinvolgendo nei combattimenti anche l’esercito libanese che cercava di porre fine alle violenze. Gli scontri tra i quartieri di Jabal Mohsen e Bab al-Tabbaneh vanno avanti da decenni, ma la gravità degli attuali combattimenti è fortemente legata al conflitto in Siria.
La condizione in cui vivono i cittadini barricati nelle loro case, per paura di essere colpiti, è drammatica. Nei pochi negozi rimasti aperti manca il cibo e i beni di prima necessità. Gli abitanti di Tripoli, stanchi da anni di violenze, accusano il governo libanese di non saper e voler risolvere una volta per tutte questa delicata questione. Troppe e tante sono le connivenze tra una parte del governo libanese e coloro che da anni seminano il terrore nella città costiera libanese.
L’attuale conflitto in Siria ha ulteriormente aggravato la situazione, considerando che le milizie salafite libanesi combattono al fianco dei “ribelli” in Siria. Negli ultimi mesi le attenzioni si sono concentrate nel nord del Libano; trasferire il caos siriano in Libano è un progetto che diversi Paesi stranieri sostengono e finanziano da tempo. Che questi episodi di violenza siano solo un’anteprima di una possibile guerra civile “manovrata” in Libano, sembra ormai una certezza.
di Giovanni Sorbello