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Libano: possibile disarmare Hezbollah?

Negli ultimi mesi, in seguito al cessate il fuoco tra il Libano e Israele, si è sviluppato un acceso dibattito sulle armi di Hezbollah e sul più ampio movimento di Resistenza in Libano, scatenando aspre polemiche. Quando Joseph Aoun, il Presidente del Libano, ha dichiarato che le armi dovrebbero essere nelle mani solo dell’esercito, ha causato un forte clamore negli ambienti politici libanesi.

Nel frattempo, il rappresentante speciale di Donald Trump per gli affari libanesi, insieme al vice di Witkoff, si è recato in Libano e ha chiesto apertamente al governo e all’esercito libanesi di disarmare Hezbollah. Hezbollah ha risposto con fermezza. Wafiq Safa, capo del collegamento e del coordinamento di Hezbollah e uno dei massimi funzionari del gruppo, ha sottolineato in un’intervista che il disarmo non fa parte della tabella di marcia strategica di Hezbollah e ha definito delle condizioni per farlo, condizioni praticamente impossibili da soddisfare. In seguito, il leader del Partito di Dio, Shaykh Naim Qassem, ha tenuto un discorso significativo, dichiarando che chiunque chieda il disarmo della Resistenza sta servendo gratuitamente il nemico israeliano.

Chi sta spingendo per il disarmo di Hezbollah?

  • Gli Stati Uniti: la campagna è guidata da Morgan Ortagus, vice di Vitkoff e nuovo inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente (in sostituzione di Amos Hochstein in Libano). Ha visitato il Libano più volte, dichiarando apertamente che il suo obiettivo principale è lo smantellamento del movimento di Resistenza libanese. I suoi sforzi sono in linea con la strategia statunitense di modificare l’equazione tra sicurezza e militare del Libano, rimodellando l’equazione politica a Beirut.
  • Alleanza del 14 marzo: questa coalizione di gruppi politici libanesi anti-Hezbollah cerca da tempo di neutralizzare la Resistenza e considera il momento attuale come ideale. Figure come Samir Geagea, Ashraf Rifi e membri della famiglia Hariri sono tra i suoi attori chiave.
  • Israele e l’attuale regime siriano: sia Tel Aviv che l’attuale regime al potere a Damasco, in quanto nemici esterni di Hezbollah, cercano di porre fine definitivamente al potere del movimento. Ciò ha portato a ripetute incursioni israeliane in Libano proprio per questo motivo.

Scenari possibili in Libano

  • Guerra civile: in questo scenario, Hezbollah si rifiuta di disarmare, causando un aumento delle tensioni. Se il governo e l’esercito tentassero di disarmare il movimento con la forza, si potrebbe scatenare una guerra civile totale.
  • Integrazione nell’esercito: questa è un’opzione improbabile, ma è stata ventilata da alcuni in Libano, simile all’integrazione delle Forze di Mobilitazione Popolare irachene nell’esercito. Il presidente Aoun l’ha già respinta ed Hezbollah non ha mostrato alcuna intenzione di accettarla.
  • Lo status quo continua: questo è l’esito più probabile. Hezbollah mantiene le sue armi, inclusi missili e droni, mentre il governo libanese si astiene dal tentare il disarmo con la forza. Nel frattempo, la responsabilità di difendere la sovranità nazionale viene gradualmente spostata sullo Stato stesso.

Qual è la strategia di Hezbollah?

Dopo l’intensa guerra con Israele e l’assassinio di diversi comandanti e funzionari, il movimento di Resistenza libanese sta attraversando una fase di ricostruzione completa, che sta ripristinando il comando militare, la leadership dell’intelligence e la struttura politica. Hezbollah mira a trarre insegnamenti dalla recente guerra e a ricostruire la propria forza attraverso un graduale processo di recupero che richiede tempo.

Per ora, Hezbollah evita l’escalation delle tensioni e prevede invece di concentrarsi sul fronte politico, in particolare sulle elezioni del 2026. Mira ad assicurarsi seggi parlamentari chiave e a riaffermare la propria influenza politica, anche se non sarà un compito facile. In mezzo a tutti questi sviluppi, il disarmo di Hezbollah rimane il punto chiave del conflitto tra le fazioni sostenute dall’Occidente e il movimento di Resistenza in Libano.

di Redazione

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