Libano del nord, culla di salafiti e mercenari
La grave crisi siriana sta coinvolgendo sempre più l’intera regione medio orientale, trasformando parte del nord del Libano in basi per i terroristi siriani. Fonti della sicurezza libanese hanno affermato che nel Libano del nord e nel nord-est della valle della Beka’a, nella zona montuosa di Arsal, esistono campi di addestramento di mercenari pronti a infoltire le fila dell’esercito libero siriano. Oltre ad una componente interna libanese rappresentata dai miliziani salafiti e da quelli del Movimento Futuro della Famiglia Hariri, tra i promotori e sponsor del terrorismo anti Assad, i mercenari provengono da diversi paesi, tra cui Turchia e Libia.
Dispongono di diversi rifugi sotterranei all’interno dei villaggi, utilizzati anche come depositi di armi e munizioni. Possono usufruire di un sostegno totale, dal cibo alle cure mediche, dal denaro alle armi provenienti per lo più dalla Libia e dai paesi filo-occidentali coinvolti nell’aggressione militare alla Siria. Per quanto riguarda i finanziatori, la montagna di soldi arriva dai paesi arabi «amici» e in particolar modo, Arabia Saudita e Qatar, tramite i loro referenti libanesi dignitosamente rappresentati dalla famiglia Hariri, storicamente legata a doppio nodo con la dinastia saudita.
Il movimento Futuro ha un ruolo determinante nella questione siriana, soprattutto nelle sue roccaforti di Tripoli e Akkar, dove l’alleanza con i movimenti radicali salafiti, ha costituito un blocco politico-militare protagonista di violenze e aggressioni contro la minoranza Alawita filo-sciita presente nel nord del paese, sostenitrice del legittimo governo siriano. Altri paesi come la Turchia e a Giordania confinanti con la Siria, garantiscono un appoggio logistico ai terroristi, che transitano liberamente attraverso i loro confini insieme ai carichi di armi.
In tutto questo l’esercito libanese, con grande difficoltà, cerca di prendere il totale controllo del sempre labile confine con la Siria, dove ancora oggi transitano armi e munizioni. Il governo libanese ha ordinato l’invio di ulteriori rinforzi, nel tentativo di bloccare il transito di mercenari e contrabbandieri. A conferma di tutto ciò, bisogna segnalare gli innumerevoli sequestri di armi e munizioni, che la sicurezza libanese ha eseguito lungo il confine terrestre e marittimo con la Siria. Sono state sequestrate enormi quantità di armi leggere e pesanti, trasportate soprattutto via mare dalla Libia, sede dell’ultima «rivolta». Ciò ci fa capire come queste presunte rivolte vengano sostenute, giostrate e armate da potenze straniere, che gestiscono e spostano le armi sulla base dei propri interessi imperialisti. Purtroppo tutto questo non basta, perchè questi mercenari possono godere dell’aiuto e della protezione di alcuni noti esponenti politici libanesi di una certa area politica.
La questione siriana coinvolge il Libano in maniera preoccupante, nessuno può escludere che l’interesse finale di alcune potenze occidentali, non sia solo la Siria, bensì la Resistenza libanese, l’incubo più grande e più vicino per Israele. E se nel turbolento Libano del nord si stessero svolgendo le prove generali per una nuova «rivolta»?
di Giovanni Sorbello