Libano, Mufti Qabalan: “Uniti per sradicare corruzione politica e finanziaria”
Libano – Mufti Sheikh Ahmed Qabalan, nel suo messaggio del venerdì ai libanesi, ha dichiarato che “la giustizia inizia con la protezione dei deboli dalle mafie in tutte le sue forme. Oggi il nostro Paese sta vivendo un uragano di persecuzione, corruzione e miseria che hanno trasformato i libanesi in vittime lacerate. Con la semplice pressione di un pulsante il Paese è finito. Il Libano sembra preso in ostaggio da bande locali, più pericolose di tutti gli eserciti invasori. Oggi i suoi mercati sono tenuti dalla morsa dei demoni, il suo futuro è tra zanne interne ed esterne”.
“Oggi siamo a pochi passi dal crollo totale, perdere tempo è criminale e questo suppone che il governo reagisca. Il Paese è vittima di manovre giudiziarie e agguati politici, tra progetti internazionali, regionali guidati da Washington per trasformare il Paese. Questo è ciò che deve spingere le forze politiche a prendere una grande decisione nazionale per proteggere la magistratura da se stessa, e dalla politica, oltre a proteggere la Paese dalla catastrofica paralisi politica”, ha aggiunto Qabalan.
Libano, non esiste più la classe media
Per quanto riguarda il punto di vista sociale, Mufti Qabalan ha ritenuto che “il Paese è cambiato radicalmente, la classe media è finita monopolizzando ricchezza, mercati, risorse e capacità. La maggior parte delle persone vivono nella miseria a causa di un sistema intrappolato dalle più grandi operazioni monopolistiche che si nutrono di corruzione, con in testa le mafie della medicina, del cibo e dei materiali. I cartelli di importazione primari ed esclusivi, la lobby del dollaro, le tane del mercato nero detenute dai generali della guerra monetario-finanziaria che manipolano il prezzo al servizio di sporche agende politiche.
Riguardo alla risoluzione internazionale, ha dichiarato: “Ha deciso che non ci sono soldi per il Libano, se non per la sua assegnazione di alcuni fondi umanitari, sullo sfondo di una decisione politica guidata da Washington e da un lunga, ampia alleanza che vuole il Libano solo come preda dell’agenda politica”. La battaglia è aperta a tutte le soluzioni, ma la vittima è il popolo oppresso di questo Paese. All’americano non interessa la religione, ma piuttosto la sua posizione al servizio di Tel Aviv e dei suoi interessi”.
Mufti Qabalan ha sottolineato che “il Libano può risorgere, ma con una scelta politica e determinando prima gli obiettivi. Chi crede che l’ascesa del Libano inizi con il Fmi e la pietà dell’Occidente è delirante. Dobbiamo essere tutti uniti per sradicare la corruzione politica e finanziaria, lontano dalle manovre elettorali e la corruzione straniera. Solo così riusciremo a salvare il Libano e il suo popolo.
di Yahya Sorbello