Libano. Miseria e tensione nei campi profughi palestinesi
Beirut – La situazione nei campi profughi palestinesi in Libano è tragica. Una delegazione de “Il Faro sul Mondo”, ha visitato, tra gli altri, il campo Burj El Barajneh che si trova nella periferia sud di Beirut. «Qui – ci dice Hosni Abo Taka, responsabile del Palestinian Liberation Organizzation (Olp) del campo – manca tutto: dall’elettricità alla sanità, dall’acqua all’istruzione».
E poi c’è un pericolo costante: gli impianti elettrici sono vicini a quelli dell’acqua. «Solo negli ultimi anni hanno perso la vita 30 persone toccando i fili».
«A Burj El Barajneh – continua il responsabile locale – dopo l’ultimo attacco israeliano nel 2006, ci cono oltre 850 abitazioni in pericolo di crollo».
Nel campo palestinese di Burj El Barajneh, vivono 20 mila famiglie palestinesi e con la crisi in atto in Siria, «sono arrivate altre 850 famiglie». Le Nazioni Unite (Unrwa), che dovrebbe sostenere i profughi palestinesi, «ha ridotto i suoi aiuti al minimo e le scuole sono praticamente chiuse».
La situazione scolastica è drammatica. Hosni Abo Taka ci ha sottolineato che nelle scuole non ci sono programmi scolastici e che, molto probabilmente, il tutto, sia studiato a tavolino «per voler ridurre i palestinesi all’analfabetismo».
I palestinesi provenienti dalla Siria vivono ancora di più in situazioni disperate. «La gente è costretta a dormire dentro le scuole o sotto i cartoni. Non sappiamo come aiutarli, non abbiamo i fondi necessari». La Croce Rossa «ci ha consegnato due volte aiuti per i profughi». Ed Hezbollah, il movimento di resistenza sciita libanese, «distribuisce aiuti umanitari».
Tensione altissima. Mentre visitiamo il campo, lungo i vicoli strettissimi dove si aggrovigliano i fili della corrente e la spazzatura, vediamo numerosi uomini armati. «Questo – ci dice Hosni Abo Taka – è dovuto al clima di estrema tensione che si è venuto a creare tra le opposte fazioni per via della crisi siriana. Gruppi di salafiti vogliono creare il caos».
Il sorriso dei bambini. Il disagio in cui vive la popolazione all’interno del campo profughi palestinese di Burj El Barajneh, non ha però spento la gioia di vivere dei tanti bambini che ci hanno accompagnato con il loro sorriso. Un bellissimo sorriso che è una speranza per un futuro migliore. Al più presto.