Medio Oriente

Libano, ministro degli Esteri al servizio di Israele

Mentre è in corso l’aggressione israeliana contro il Libano, il ministro degli Affari Esteri del “governo libanese”, Youssef Raji, rilascia continuamente dichiarazioni controverse che rivelano chiaramente che non parla a nome dello Stato libanese, che unisce tutte le componenti nazionali, ma piuttosto rappresenta l’agenda del Partito delle Forze libanesi. Ciò è in netta contraddizione con i principi costituzionali che obbligano i ministri a lavorare all’interno di un quadro nazionale, non secondo stretti orientamenti partigiani.

Mentre i villaggi del Sud e della Bekaa sono sottoposti ad attacchi israeliani quotidiani, Israele continua a occupare terre nel Sud, violando la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite e l’accordo di cessate il fuoco, come riconosciuto dal Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Le dichiarazioni di Youssef Raji, insieme a quelle di molti organi di informazione vicini alle Forze libanesi, sono in linea con l’agenda israeliana e occidentale, che si concentra esclusivamente su Hezbollah e lo accusa falsamente di essere “la fonte delle violazioni della risoluzione 1701”, ignorando le gravi violazioni e trasgressioni israeliane.

Pertanto, invece di adottare una chiara posizione nazionale che difenda la sovranità del Libano e il suo legittimo diritto a difendersi con tutti i mezzi, vediamo il Ministro Raji pronunciare discorsi che non riflettono la posizione del Ministero degli Affari Esteri libanese, che dovrebbe essere la prima linea di difesa degli interessi del Paese nei forum internazionali. Piuttosto, suonano come un comunicato stampa emesso dal Partito delle Forze Libanesi.

Libano, chiara violazione del principio di neutralità del governo

È risaputo che, una volta formato il governo libanese e ottenuta la fiducia del Parlamento, i ministri diventano membri del ramo esecutivo, responsabili dell’attuazione della politica generale dello Stato libanese. Non sono semplicemente rappresentanti dei loro partiti e pertanto non possono perseguire ristretti programmi politici. Tuttavia, Youssef Raji ha ripetutamente dimostrato una chiara parzialità nelle sue posizioni, senza che sia stata registrata alcuna posizione contraria da parte del Presidente della Repubblica o del Primo Ministro, il che costituisce una violazione del principio di neutralità del governo.

Questo approccio priva il Ministero degli Affari Esteri del suo ruolo efficace nella protezione degli interessi del popolo libanese nei forum internazionali. Il Ministro dovrebbe lavorare per denunciare l’aggressione israeliana e mobilitare il sostegno internazionale per il Libano, piuttosto che diventare uno strumento per promuovere posizioni politiche che giustificano l’aggressione israeliana e attribuiscono la colpa alla Resistenza che difende il Paese.

Le posizioni di Raji e quindi, delle Forze libanesi, non hanno mai nascosto l’ostilità verso Hezbollah e altre forze della Resistenza nella regione. Vuole presentare il Libano come una vittima di Hezbollah, ignorando il fatto che è Israele ad occupare le fattorie di Shebaa e Kfar Shuba, e che è Israele a violare quotidianamente la sovranità libanese, e allo stesso tempo, non si è udita una sola voce che condannasse i massacri che Israele sta commettendo a Gaza e in Libano. Pertanto, le posizioni di Raji non riflettono alcun consenso nazionale o addirittura arabo, ma piuttosto perpetuano la divisione interna e la sottomissione a Israele e agli Stati Uniti che le sostengono.

Ministro senza identità nazionale

Pertanto, il Libano, che attualmente sta affrontando un’aperta aggressione israeliana, ha bisogno di una diplomazia forte per difendere i propri diritti, non di un ministro che giustifichi gli attacchi israeliani e condanni la Resistenza. L’attuale crisi richiede anche unità nazionale per affrontare le sfide, non posizioni che esacerbano le divisioni interne e indeboliscono la posizione del Libano sulla scena internazionale.

di Redazione

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