Libano, chi è il mercenario al servizio del regime saudita?
Tre mesi dopo la formazione di un nuovo governo e la fine dello stallo politico in Libano, i libanesi, stanchi della crisi economica e della lotta di potere dei partiti politici, restano in attesa di condizioni di vita più dignitose e delle promesse del governo.
Sebbene il governo del primo ministro Najib Mikati stia procedendo lentamente per attirare gli aiuti internazionali con i suoi progressi graduali assistiti da Hezbollah per alleviare le sofferenze della gente, soprattutto per la fornitura di carburante con l’arrivo dell’inverno, vengono posti ostacoli e sfide da parte di alcune fazioni nazionali ed estere.
Il “macellaio” di Sabra e Shatila il principale attuatore delle politiche di divisione progettate all’estero
Nei mesi trascorsi dall’insediamento di Mikati, l’Arabia Saudita, che ha tagliato ogni sostegno al governo libanese per esercitare pressioni su Hezbollah, ha rappresentato la sfida più grande per Beirut. Ha interrotto i legami con il Libano e ha spinto altre monarchie arabe del Golfo Persico a compiere passi simili con la scusa delle osservazioni fatte dall’ex ministro dell’Informazione libanese, George Kurdahi, che ha criticato l’aggressione saudita in Yemen, elogiando la Resistenza del popolo yemenita.
Tuttavia, la convocazione dell’ambasciatore non ha posto fine alle azioni e alle ostilità dell’Arabia Saudita contro il Libano. Samir Geagea, una delle figure principali della destra e vicino all’Arabia Saudita, agli Stati Uniti e al regime israeliano, responsabile del massacro nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila nel 1982, è stato incaricato di una missione di destabilizzazione e di crisi in Libano.
Geagea è responsabile anche del massacro di sette sostenitori di Hezbollah durante le proteste dei mesi scorsi contro la sentenza emessa dal tribunale relativa alle esplosioni del porto di Beirut. Questo crimine non ha scatenato una guerra civile grazie all’esemplare autocontrollo del capo di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah.
I circoli politici e i media libanesi hanno descritto l’agguato come un’azione dell’ambasciata statunitense a Beirut attuata dalle Forze libanesi guidate da Geagea.
Provocare una guerra civile in Libano
Ma l’incapacità di provocare una guerra civile e offuscare l’immagine di Hezbollah attraverso la cospirazione dell’indagine sull’attentato al porto di Beirut non è stata la fine delle azioni di Samir Geagea e dei suoi sostenitori stranieri, e recentemente ha fatto ricorso a un altro modo per colpire il governo di Mikati.
Geagea ha affermato martedì che Hezbollah e i suoi alleati stanno cercando di rinviare le elezioni parlamentari per paura di perdere. Il leader cristiano ha aggiunto che il suo partito sarà il primo a vincere le elezioni e il Movimento Patriottico Libero, il principale alleato di Hezbollah tra i cristiani, perderebbe.
Screditare Hezbollah
Questa posizione significativa, che ha lo scopo di infiammare il clima politico al fine di peggiorare la situazione economica e interrompere il lavoro del governo Mikati, nonché di distogliere l’opinione pubblica dai servizi forniti da Hezbollah al popolo libanese, è stata replicata da un rappresentante di Hezbollah in parlamento.
Ibrahim al-Mousawi, del blocco Lealtà alla Resistenza, ha affermato che queste osservazioni avevano lo scopo di provocare e seminare divisione e sedizione. Ha osservato che Hezbollah, che ha formulato la sua strategia basata su “grandi principi e vincoli nazionali”, vede le elezioni come un’opportunità per il popolo libanese e gli aventi diritto di rinnovare la vita politica eleggendo i propri rappresentanti.
Arabia Saudita investe su Geagea per destabilizzare il Libano
Le pressioni straniere sul governo Mikati stanno arrivando insieme agli sforzi sauditi per innescare rivolte usando figure vicine a Riyadh. Secondo l’agenzia stampa libanese Al-Nashra, coloro che lunedì sono scesi in piazza a Tripoli erano sostenitori di Baha Hariri, fratello di Saad Hariri, in coordinamento con le Forze libanesi e il generale Ashraf Rifi, ex direttore generale delle forze di sicurezza libanesi, con finanziamenti diretti dall’Arabia Saudita. D’altra parte, con Saad Hariri accantonato dal regime di Riyadh, l’Arabia Saudita sta gettando tutto il suo peso politico e finanziario in Libano su Geagea.
Il tutto avviene mentre si registra il peggioramento delle condizioni economiche, con il dollaro americano che raggiunge le 25mila lire libanesi. Questa crisi indotta dall’estero, ha il chiaro obiettivo di provocare proteste di piazza contro Hezbollah e il governo Mikati.
di Yahya Sorbello