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Muos, questione di Watt o di sovranità?

I siciliani sono al sicuro, gli F-35 servono per la pace ed il Muos farà anche bene alla salute dell’uomo! Magari diranno anche di trasferirci tutti vicino alle antenne Nrtf-8 di Niscemi? D’altronde sembrerebbe che anche gli asini volano ed hanno le ali. Fino a quando questo mondo sarà guidato e governato dalle bugie e dalla falsa trasparenza?

MuosBugie che da oltre settanta anni avrebbero fatto passare per Liberazione un’occupazione ottenuta con le bombe e con la morte, trattative sfociate nell’accordo “ombrello” nel 1954 tra Stati Uniti ed Italia al fine di legittimare la presenza militare americana nel nostro territorio. Uno stivale schiacciato dallo stesso stivale dei cowboy, una Sicilia sfruttata dallo stesso Governo italiano come ripostiglio in cui gettare i prezzi da pagare per le “strategiche” trattative con gli alleati.

Emblema di questo fenomeno di colonialismo statunitense non sono soltanto le magliette a stelle e strisce dei giovani italiani che credono di essere “alla moda”, ma lo è soprattutto la presenza militare a Sigonella come nella zona naturale “Sughereta” di Niscemi dove è stato attivato il Muos che, come si legge in una nota, si compone di tre antenne paraboliche di banda Ka e due antenne elicoidali in banda Uhf. Tre gigantesche antenne dal diametro di 18,4 m e altezza di 11,2 m che irradierebbero un campo elettromagnetico alla frequenza di 30-31 GHz. Sulla potenza invece, ovvero il lavoro prodotto in un determinato intervallo di tempo, c’è stata molta polemica. Nella nota di legge che il Muos ha una potenza pari a 1600 W, come affermano anche i documenti ufficiali su cui si basa lo studio de La Sapienza.

Eppure ultimamente gli americani hanno permesso l’accesso di diversi giornalisti “a casa loro”, nella zona Muos per “raccontare la verità” su una pericolosità, quella delle antenne, che secondo il professore John Oetting, studioso di ingegneria elettronica ma anche project manager del Muos, non supererebbe la potenza di una lampadina, quella di 200 Watt. Ma di cosa stiamo parlando? Il problema dunque risiederebbe solamente in una potenza minore otto volte o dovremmo disturbare anche la parola “sovranità”? E non sovranità nazionale in questo caso, ma del popolo stesso che ci vive. E perché nessuno invece parla di quelle antenne assassine? Perché da anni la gente muore? Come lo è stato per diversi militari italiani che hanno svolto servizio nella zona e che si sono ammalati di tumori e leucemie. Per non parlare dell’aumento del tasso di mortalità in tutto il territorio niscemese e non solo.

Come spiega Giorgio Carana del Comitato No scie chimiche Italia, “Le misurazioni fatte e quelle che si faranno verificheranno la banda che va dai 50Hz in su. Non è esatto dire che le misurazioni vanno fatte con le antenne alla massima potenza e tutte 41. La verità è che potrebbero esserci delle stazioni di altra frequenza che interagiscono con un’“apparecchiatura” importante: il cervello. La sua funzione farebbe parte del programma MONARCH e MKUltra”.

Dunque non è esclusa, anzi, l’esistenza di onde stazionarie dalle frequenze più basse come quelle del cervello. Se fosse allora così, fin troppi dovranno rispondere del motivo per cui al di sotto di tali valori non sono mai state eseguite delle misurazioni, a partire dalla stessa Arpa.

Intanto però, nonostante abbiano provato in tutti i modi ad influenzare i cittadini siciliani sulla non pericolosità del Muos arrivando perfino a paragonare la potenza dello stesso “Muostro” a quello di una misera antenna e confutando quello che è il parere di studiosi come Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu del Politecnino di Torino, gli americani hanno da tempo ultimato i lavori all’interno della base senza scrupoli e senza preoccupazioni.

Insomma, palese è la presa in giro e la presa di posizione da parte di una potenza che già nel lontano 1943 dimostrò le modalità delle sue strategie. La domanda sorge spontanea: il problema è questione di Watt o di sovranità di un popolo contro un “corpo estraneo” che non si vuole a casa propria?

di Redazione

 

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