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Regno Unito ufficialmente in recessione dopo 11 anni

Il Regno Unito è entrato ufficialmente in recessione dopo che la sua economia si è contratta più di qualsiasi altro Paese europeo durante il blocco del Covid-19. Il suo Pil è crollato del 20,4% nel secondo trimestre, il calo più grande dall’inizio dei record nel 1955. 

Le cifre mostrano che il danno è stato diffuso, con il solo settore delle costruzioni che ha visto una contrazione del 35%. I servizi, la parte più importante dell’economia, sono crollati del 20% e la produzione industriale è diminuita del 17%. Le costruzioni hanno guidato il rimbalzo di giugno, mentre i servizi sono aumentati di un più modesto 7,7%.

Secondo i dati, la spesa pubblica è scesa del 14%, mentre gli investimenti delle imprese sono crollati del 31,4%. La spesa dei consumatori è diminuita del 23,1%. Il settore dell’ospitalità ha registrato il calo maggiore della produttività, crollando del 75%. Salari e stipendi sono diminuiti dell’1,6%, il primo calo dal 2015 e il più grande dal 2008. 

“La lunga durata del blocco nel secondo trimestre, a causa della lenta risposta a marzo del governo al Covid-19, seguita dal suo fallimento nel prevenire il virus dalla diffusione dagli ospedali, è alla radice della sottoperformance dell’economia”, ha scritto in un rapporto, citato da Bloomberg, Samuel Tombs, capo economista del Regno Unito presso Pantheon Macroeconomics.

Regno Unito e dramma disoccupazione

La Banca d’Inghilterra ha affermato che il mercato del lavoro è una delle principali preoccupazioni, mentre i funzionari temono un aumento della disoccupazione quando il sostegno pubblico al lavoro verrà ritirato entro la fine dell’anno. Il numero di dipendenti a libro paga è già in calo di circa 730mila rispetto a marzo. 

“Avevo dichiarato che i tempi duri sarebbero arrivati, le cifre odierne confermano che i tempi duri sono arrivati”, ha dichiarato il Chancellor of the Exchequer, Rishi Sunak. Centinaia di migliaia di persone hanno già perso il lavoro e, purtroppo, nei prossimi mesi molti più volontà. 

Miliardi di sterline sono state immesse nel sistema finanziario del Paese tramite acquisti di obbligazioni e programmi di prestito. La banca centrale ha anche tagliato il suo tasso di interesse chiave quasi a zero, avendo avvertito che più tempo dura la ripresa, maggiore è il rischio di “cicatrici” economiche.

di Redazione

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