Asse della Resistenza

Libano, graffiti martiri della Resistenza sul muro di confine libanese-palestinese

Libano – Attivisti pro-resistenza hanno lanciato un’iniziativa in occasione del 40° anniversario di Hezbollah, dipingendo murales con i volti dei Martiri della Resistenza sul muro di confine che separa il Libano dalla Palestina occupata.

Gli attivisti hanno affermato che il progetto rientra nell’iniziativa “Siyaj” (“Recinzione”), nell’ambito delle celebrazioni per i quarant’anni dalla fondazione di Hezbollah. Le immagini di 13 martiri di Hezbollah sono state dipinte sul muro che è stato costruito dall’entità sionista per paura dell’assalto di Hezbollah nei territori occupati. I nomi dei martiri, in ordine di apparizione, sono i seguenti:

1 – Ahmad Kassiril primo martire che fece esplodere la sua autobomba nel quartier generale del comando militare israeliano a Tiro l’11 novembre 1982, pochi mesi dopo l’invasione israeliana. 2 – Amer Kalakish, che il 10 marzo 1985, fece esplodere il suo veicolo carico di circa 900 chilogrammi di esplosivo contro un convoglio militare sionista a nord dell’insediamento di Mutla al confine libanese-palestinese, uccidendo 12 soldati e ferendone altri 14. 

3 – Ali Safieddine, che il 13 aprile 1984 partì con la sua auto carica di esplosivo dalla sua città, Hallusiyyeh, verso Deir Qanoon Nahr Town, dove parcheggiò la sua auto vicino alla strada principale. Esclusi i civili, attese il suo obiettivo e, una volta giunto il convoglio militare israeliano, ha fatto esplodere la sua auto, ferendo o uccidendo tutti i membri del convoglio.
4 – Haitham Dbouk. Il 19 agosto 1988, fece irruzione contro un convoglio militare sionista sulla rotta Tal el Nhas-Deir Memass. Il convoglio, che stava tornando dalla Palestina occupata, venne distrutto dalla sua autobomba. Decine di sionisti furono uccisi o feriti.

5 – Abdullah Atwi. Il 19 ottobre 1988, il martire Atwi speronò con la sua macchina esplosiva due convogli militari sionisti, distruggendoli entrambi.
6 –Asaad Berro ,che il 29 agosto 1989 speronò con la sua macchina esplosiva un convoglio militare sionista nel villaggio di Al-Qulaya, uccidendo o ferendo 25 soldati sionisti.

7 – Ibrahim Daher. Il 20 agosto 1992, si fece esplodere quando un gruppo di 22 soldati israeliani gli si è avvicinò dopo aver finto di essere morto quando finirono le sue munizioni durante uno scontro a fuoco nell’area di Al-Jormok, uccidendo o ferendo la maggior parte di loro.
8 – Abbas Al Wezwaz. Il 18 agosto 1994, il martire Al-Wezwaz attaccò le forze di occupazione israeliane nella città di Naqoura, infliggendo pesanti perdite materiali e fisiche.

9 – Salah Ghandour. Il 25 aprile 1995, il martire Salah Ghandour lanciò la sua macchina esplosiva contro un convoglio militare sionista vicino al posto di occupazione nella città di Bint Jbeil, infliggendole pesanti perdite umane e materiali. L’esplosione ha colpito anche un altro convoglio mentre usciva dalla postazione israeliana.
10 – Hussein Ayyoub, martire nell’operazione Hula-Markaba, il 4 marzo 1996. Il martire Ayoub fu uno dei pionieri che lavorò al progetto di fondare l’aviazione di Hezbollah.

11 – Alì Ashmar. Il 20 marzo 1996, il martire Ali Ashmar superò tutte le misure di sicurezza e le fortificazioni israeliane e raggiunse il villaggio di Odeisseh dove si fece esplodere contro un convoglio di comando sionista, infliggendogli pesanti perdite.

12 – Bilal Khreiss. Il 10 giugno 1996, il martire Bilal Al-Akhras attaccò le forze di occupazione israeliane nell’area di Dabsheh-Khardale, infliggendo pesanti perdite materiali.
13 – Ammar Hammoud. Il 30 dicembre 1999, il martire Ammar Hammoud fece esplodere la sua autobomba contro un convoglio militare sionista ad Al-Qulaya, Marjayoun, uccidendo o ferendo 25 soldati israeliani, incluso un alto ufficiale. Vale la pena notare che l’operazione contribuì ad accelerare il ritiro israeliano, avvenuto dopo circa sei mesi.

Sul muro lungo il confine è stata scritta in rosso anche una frase del defunto segretario generale di Hezbollah, Sayyed Abbas Moussawi: “I nostri martiri sono la nostra grandezza, la nostra storia e la nostra gloria totale”.

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