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Libano, ritorna a vivere il campo profughi palestinese di Nahr al-Bared

Libano – Per la prima volta, un campo distrutto viene completamente ricostruito grazie alla cooperazione tra l’istituzione islamica Awqaf, il governo libanese, l’esercito e i sostenitori europei, anche se, per via dei negoziati, la ricostruzione ha richiesto più tempo del previsto. Il progetto è stato finanziato dall’Unione Europea, dal governo norvegese e dal Consiglio Norvegese per i Rifugiati. Le abitazioni sono state progettate facendo riferimento al numero di abitanti presenti nel 2009, anno dell’inizio dei lavori. All’epoca erano 500, mentre secondo stime più recenti gli abitanti del campo sono più di 600. Inoltre, il governo libanese ha imposto condizioni rigorose riguardanti la ricostruzione: le strade strette e sconnesse di un tempo sono state ricostruite per permettere il passaggio dei veicoli e si è stabilita una misura standard leggermente più piccola rispetto alla misura originaria delle abitazioni.

Nahr al-Bared dopo il conflitto del 2007

Secondo quanto ha dichiarato Niamh Murnaghan, direttore del Nrc per le operazioni in Libano: “A causa delle condizioni edilizie imposte del governo libanese, le famiglie hanno perso un po’ di spazio rispetto a quello di cui usufruivano nel 2007, ma hanno ottenuto la possibilità di possesso sicuro delle loro case a Muhajireen per tutto il tempo in cui vivranno in Libano”. I residenti sono tenuti a firmare un contratto e a spostarsi nelle nuove abitazioni, una volta espletate le pratiche burocratiche.

Il progetto, costato circa 4 milioni di euro, comprende oltre alle unità abitative un piccolo parco giochi e un centro sociale, ma a causa delle limitate risorse, le case sono rimaste sprovviste degli arredi interni. Alla cerimonia di inaugurazione, è intervenuto l’ambasciatore palestinese Abbas Ibrahim il quale ha annunciato che l’Autorità Palestinese destinerà 1500$ a ciascuna delle 111 famiglie per l’acquisto di mobili. Anche l’ambasciatore norvegese Svein Aass, intervenuto all’inaugurazione, rivolgendosi alle famiglie palestinesi ha espresso parole di speranza e di fiducia.

di Manuela Comito

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