Libano del sud: dalle macerie risorgerà

Dopo due anni di brutale aggressione israeliana, il Libano del sud è stato trasformato in un territorio quasi desertico. I dati ufficiali mostrano che oltre 30 città e villaggi sono stati quasi completamente distrutti, mentre circa 100mila residenti sono fuggiti verso nord, in luoghi più sicuri.
Il cambiamento è visibile dal primo tratto di strada a sud di Marjayoun, nel Libano meridionale. L’asfalto si trasforma in ghiaia e poi in fango, disseminato di frammenti di proiettili. Le strade un tempo trafficate sono ora scavate da crateri e barriere abbattute. Le case sono in rovina: alcune sono state completamente cancellate dalla mappa, altre restano aggrappate come gusci vuoti.
Un rapporto della Banca Mondiale pubblicato nel marzo 2025, riporta che il conflitto durato un anno tra Hezbollah e Israele ha distrutto circa 45mila unità abitative e generato tra i 20 e i 35 milioni di tonnellate di macerie nel Libano meridionale. Il rapporto stima che le necessità di recupero e ricostruzione sarebbero ammontate a circa 11 miliardi di dollari.
Secondo fonti militari libanesi, Israele controlla ora una fascia di confine di circa 850 chilometri quadrati, che si estende dalle fattorie di Shebaa a est fino a Naqoura a ovest. Le forze israeliane hanno tracciato nuove “linee rosse” attorno a diversi villaggi, impedendo ai residenti di avvicinarsi o attraversare determinate zone. Le strade principali che collegano le comunità sono state distrutte, impedendone l’accesso e aggravando l’isolamento.
Confini trasformati nel Libano del sud
I villaggi colpiti – Kafr Kila, Adaisseh, Houla, Markaba, Rmeish, Mays al-Jabal e altri nel settore orientale – hanno visto i loro confini e il loro territorio trasformarsi. “La presenza militare israeliana su cinque colline strategiche, insieme ad altre aree occupate, ha completamente cambiato la mappa dei confini”, ha dichiarato un ufficiale libanese a Xinhua. “Aree un tempo piene di vita si sono trasformate in zone militari sotto sorveglianza e controllo”. Più a ovest, ad Aita al-Shaab, la distruzione raggiunge l’85%, secondo stime locali.
L’impatto della guerra si estende ben oltre il confine. Città come Tiro, Sidone e Nabatieh hanno accolto migliaia di famiglie sfollate, mettendo a dura prova un’economia già fragile. Secondo i dati delle Forze di Sicurezza Interna, le scuole sono sovraffollate di studenti sfollati e gli ospedali faticano a servire un numero crescente di pazienti con risorse limitate.
Davanti a questo scenario allarmante, risulta oltremodo vergognoso il silenzio complice dei vertici libanesi.
di Redazione