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Libano. Corruzione e ingerenze spaccano Fatah

di Giovanni Sorbello

In un clima di assoluta tensione tra le varie fazioni palestinesi in Libano, Mahmoud Issa, meglio conosciuto come Lino, tra i leader militari di Fatah in Libano ha dichiarato giorni fa che rispetta le decisioni prese dal movimento di Fatah, rinnovando la sua fedeltà al presidente palestinese Mahmoud Abbas.

La dichiarazione arriva dopo qualche giorno dalla notizia sull’intenzione di Fatah di sospendere Lino, a causa di tensioni da lui scatenate all’interno del movimento.

“Io mi attengo a tutte le decisioni prese dal partito, io sono solo un figlio del movimento di Fatah”, ha dichiarato Lino durante lo scorso fine settimana.

Il funzionario palestinese ha anche dichiarato che è ancora fedele all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, composta da diversi movimenti palestinesi, tra cui Fatah.

Lino ha fatto il suo annuncio dopo un incontro con il Magg. Gen. Sobhi Abu Arab, il capo delle forze di sicurezza nazionali palestinesi, una forza di polizia presente nel campo profughi di Ain al-Hilweh.

L’incontro, che è durato più di tre ore, è stato mediato da Nazem Youssef, il segretario generale del Fronte di liberazione nazionale palestinese, ed ha avuto luogo a casa sua. Presenti alla riunione anche Abu Eyad Shaalan, il segretario generale dei Comitati popolari dell’Olp, e diversi funzionari palestinesi.

I partecipanti hanno concordato una serie di misure per ricucire i legami tra Lino e la leadership di Fatah. Le relazioni tra le due parti si sono deteriorate a fine agosto, dopo che un gruppo di ufficiali di Fatah ha accusato i vertici del Movimento di corruzione e di aver trasformato un movimento di liberazione in gruppi di mercenari, pronti a litigare per tutto, tranne che per servire il popolo palestinese nei campi profughi.

Gli ufficiali hanno accusato la loro leadership di non fornire aiuti ai rifugiati palestinesi in fuga dalla Siria, e di aver abbandonato la propria responsabilità nel difendere i campi profughi in Libano dalle infiltrazioni di estremisti. La dichiarazione si conclude con la richiesta di dimissioni dell’ambasciatore palestinese in Libano, Ashraf Dabbour, di mettere sotto controllo le finanze di Fatah e il cambio ai vertici delle forze di sicurezza .

La controversia tra Lino e la sua leadership viene attribuita ai legami con Mohammad Dahlan, l’ex funzionario di Fatah a Gaza che è stato espulso dal movimento. Dahlan, un rivale di lunga data di Abbas, ha distribuito aiuti ai palestinesi in Libano sotto la supervisione di Lino.

Fonti vicine ai campi palestinesi hanno confermato che Lino ha condotto diversi incontri con i palestinesi nei campi profughi a Beirut, nel nord del Libano e nella valle della Bekaa, attirando diversi funzionari alla sua causa e provocando una spaccatura all’interno di Fatah.

Molti di questi funzionari hanno a disposizione un gran numero di combattenti, in particolare quelli dei campi profughi di Beddawi e Al-Jalil nel nord del Libano e a Baalbek. La presenza di Lino si è rafforzata attraverso le sue uscite di cassa, facendo guadagnare a Dahlan una certa influenza e controllo sui campi.

Secondo fonti palestinesi altri incontri si terranno nei prossimi giorni per cementare la riconciliazione all’interno di Fatah. Ancora una volta, la corruzione e le ingerenze esterne rischiano di far precipitare la comunità palestinese in Libano in una nuova guerra civile.

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