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Austerità economica, povertà alimentare e salute: scatta l’allarme nel Regno Unito e non solo

di Cristina Amoroso

Il capo della Chiesa d’Inghilterra, l’Arcivescovo di Canterbury Justin Welby, sul Mail di domenica ha espresso il proprio turbamento di fronte alla condizione di povertà delle famiglie britanniche, costrette sempre di più a ricorrere alla carità del cibo come in Africa, un fenomeno inaspettato che si sta estendendo nel Regno Unito, mentre l’aumento dei rifiuti alimentari è “sorprendente”.

L’arcivescovo ha chiesto riforme che permetterebbero alle aziende alimentari di rifornire i poveri con gli articoli che non possono più vendere, ha anche espresso sostegno per una relazione parlamentare volta ad eliminare la fame nel Regno Unito entro il 2020. Per raggiungere tale obiettivo il rapporto parlamentare, che dovrebbe essere pubblicato in questi giorni, ha chiesto un nuovo organismo finanziato con fondi pubblici, noto come “Nutrire la Gran Bretagna”.

Ci si aspetta un potenziamento delle banche del cibo, consigli alle famiglie povere su come richiedere le prestazioni, un aumento del salario minimo e la fornitura di pasti gratuiti durante le vacanze scolastiche per i bambini provenienti da famiglie povere. I dettagli completi del report non sono ancora emersi. La relazione è il risultato di un’inchiesta parlamentare di tutti i partiti sulla fame e la povertà alimentare, guidata dal deputato laburista Frank Field e dal vescovo di Truro, Tim Thornton. Una tale mossa potrebbe segnare una significativa estensione dello Stato sociale, dando al governo un ruolo fondamentale nella supervisione della distribuzione di cibo gratis.

Precedentemente, alcune banche alimentari avevano criticato il governo per le sue politiche economiche che hanno portato a un drammatico aumento del numero di banche alimentari in Gran Bretagna. Nel mese di febbraio il governo è stato accusato di “prendere il cibo dalla bocca dei bambini”, dopo aver bloccato milioni di sterline di finanziamenti Ue destinati alla banca del cibo nel Regno Unito, sostenendo il governo che ogni aiuto alimentare deve essere deciso a livello nazionale, non da Bruxelles.

Lo scorso maggio un appello al Primo Ministro David Cameron, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet e firmato da 170 accademici e specialisti in sanità pubblica britannica, aveva messo il punto sulla spaventosa diseguaglianza nell’assistenza sanitaria e nella salute tra ricchi e poveri nel Regno Unito, e sulla realtà che molte famiglie di lavoratori britannici vivono in povertà e non hanno sufficiente reddito per pagarsi un’alimentazione adeguata, dal momento che  i prezzi del cibo sono cresciuti del 12 per cento dal 2007, mentre i salari dei lavoratori sono crollati del 7,6 per cento in termini reali.

Se questa è la situazione del Regno Unito, la sesta potenza economica del mondo, la terza in Europa, certo la situazione di altri Paesi come l’Italia, la Spagna o la Grecia, dovrebbe spingerci a discutere sugli stessi tre temi specifici proposti  dal Lancet se non altro per porre il problema della connessione tra austerità economica, povertà alimentare e salute, e precisamente:

  1. Primo; la povertà alimentare è crescente. Non solo sempre più persone si rivolgono ai “banchi alimentari”, ma i “banchi alimentari” sono un sintomo di una più estesa emergenza nutrizionale, infatti sono un indicatore inadeguato del bisogno perché molte famiglie vi si rivolgono solo come l’ultima, estrema risorsa.
  2. Secondo; il prezzo del cibo continua a crescere e ciò ha costretto le famiglie a tagliare i consumi di frutta e verdura a vantaggio di cibi più economici, molto dolci, molto salati, molto grassi, precotti, e che hanno poco bisogno di essere cucinati. Si crea così un circolo vizioso in cui le famiglie più povere hanno le diete peggiori che contribuiscono ad aggravare l’aumento dell’obesità, del diabete e delle altre patologie collegate alla dieta.
  3. Il terzo problema riguarda la stagnazione dei redditi dei cittadini con reddito basso, che in numero sempre maggiore non guadagnano a sufficienza per soddisfare i loro bisogni nutrizionali. Una dieta nutriente e alla portata di tutti è un prerequisito per la salute. Gli specialisti vedono nella crescita della povertà alimentare un ritorno indietro ai tempi della seconda guerra mondiale.

La situazione di iniquità sociale e povertà alimentare non è una crisi di salute pubblica limitata al solo Regno Unito, perché molte altre nazioni lottano per affrontare il doppio colpo di misure di austerità draconiane e l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.
Ciò di cui abbiamo bisogno è un’azione coraggiosa da parte dei nostri politici di resistere all’influenza spesso perniciosa dell’industria. I nostri governi devono creare una piattaforma in cui la politica alimentare equa diventi centrale per la lotta globale contro la malnutrizione, il rapporto tra la malnutrizione e le malattie non trasmissibili, se non vogliamo che con i cibi-spazzatura l’obesità diventi la norma, il diabete si estenda ancora di più alle giovani generazioni o altre patologie collegate alla dieta colpiscano i bambini meno protetti dal punto di vista nutrizionale.

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