Libano. Autobomba contro checkpoint delle forze di sicurezza; sventato attentato contro Berri
Dopo alcuni mesi di apparente calma, ritornano ad esplodere le autobombe in Libano. Un attacco suicida ha colpito questa mattina un posto di blocco delle forze di sicurezza libanesi a Dahr al-Baidar, causando almeno due morti (palestinesi) e 32 feriti, lo riferisce il Ministero della Salute Pubblica libanese.
L’esplosione è avvenuta poco prima del passaggio del convoglio di auto su cui viaggiava il Magg. Gen. Abbas Ibrahim, capo della Direzione Generale della Sicurezza del Libano, che è rimasto illeso.
Fonti della sicurezza hanno dichiarato che l’auto, una Jeep Nissan Murano imbottita con 25 kg di esplosivo, era in viaggio da Beirut alla Bekaa, lo riferisce Al-Manar.
Sempre questa mattina, le forze di sicurezza libanesi hanno effettuato un blitz nella centralissima Hamra Street a Beirut, arrestando una cellula terroristica composta da 23 miliziani, la maggior parte stranieri, appartenenti allo Stato Islamico dell’Iraq e la Grande Siria (Isis).
Secondo le prime indiscrezioni, il gruppo era in procinto di prepararsi ad effettuare operazioni terroristiche nel Paese. Molto probabilmente l’obiettivo dell’attentato doveva essere il presidente del Parlamento, Nabih Berri, che in mattinata doveva tenere una conferenza presso la sede dell’Unesco a Beirut, organizzata dal Movimento Amal. La conferenza prevista per le ore 10 è stata annullato per “motivi di sicurezza”, lo ha riferito un portavoce del Movimento Amal.
Da più di un anno il Libano è stato il bersaglio di oltre una dozzina di attentati suicidi, soprattutto nelle zone sciite comunemente associate ad Hezbollah. La maggior parte degli attentati sono stati rivendicati da gruppi islamici salafiti legati ai “ribelli” siriani.