Libano, assolto il “Macellaio di Khiam”
Il tribunale di Beirut, guidato dal generale Hussein Abdullah, ha ritirato le accuse contro il collaboratore israeliano Amer Fakhoury, accusato di sovrintendere venti anni fa alla tortura e all’uccisione di prigionieri nella struttura carceraria di Khiam, nel sud del Libano. A tal proposito, Hezbollah e attivisti per i diritti umani hanno dichiarato che il verdetto è stato emesso sotto la pressione degli Stati Uniti.
Con doppia cittadinanza libanese-americana, Amer Fakhoury, è stato accusato di omicidio, tentato omicidio, rapimento e tortura mentre presiedeva la prigione di Khiam gestita dalla cosiddetta milizia dell’Esercito del Libano del Sud (Sla). Questa milizia era formata da disertori dell’esercito libanese durante l’occupazione del regime sionista del Libano meridionale (1982-2000).
Ampiamente noto come il “Macellaio di Khiam“, Fakhoury è fuggito dal Libano insieme a centinaia di altri membri dello Sla dopo che la Resistenza Islamica in Libano ha cacciato nel 2000 Israele dal Paese. Fakhoury si stabilì nello stato americano del New Hampshire, ma fu arrestato lo scorso settembre quando tornò in Libano per visitare la sua famiglia.
Nella giornata di ieri, il tribunale militare ha ordinato il suo rilascio, affermando che erano trascorsi più di 10 anni da quando l’imputato avrebbe sequestrato, imprigionato e torturato i libanesi detenuti nel campo di prigionia. Il servizio di intelligence del Libano ha riferito che Fakhoury ha confessato durante l’interrogatorio di essere un responsabile della prigione di Khiam. Hezbollah ha condannato la sentenza definendola un “miserabile passo per la giustizia” e ha affermato che la Corte ha chiuso un occhio sui crimini commessi.
Pressioni americane sul Libano
A gennaio, la senatrice americana Jeanne Shaheen ha dichiarato che stava redigendo un disegno di legge sulle sanzioni contro il Libano “per punire i responsabili dell’arresto di Fakhoury”.
Aya Majzoub, ricercatrice libanese per Human Rights Watch, ha riferito all’emittente Al-Jazeera di Doha che l’assoluzione di Fakhoury, “a causa della minaccia americana di imporre sanzioni, fa beffe del sistema giudiziario libanese”. Da parte sua, Nabih Awada, ex detenuto nella prigione di Khiam e uno dei querelanti del caso, ha affermato che Fakhoury, che era un comandante di alto livello nel carcere, aveva minacciato di ucciderlo poco prima che fosse rilasciato nel 1998.
Questa mattina, il commissario di Stato presso il tribunale militare di Beirut, giudice Ghassan Khoury, ha chiesto al tribunale di cassazione di annullare il verdetto che stabilisce la liberazione del collaboratore israeliano Amer Fakhoury.
di Yahya Sorbello