Legge sulla sicurezza di Hong Kong: la soluzione politica cinese per la pace sociale
Legge sulla sicurezza di Hong Kong – È un periodo storico in cui si stanno incrociando, a livello mondiale, degli eventi che vale la pena analizzare con un po’ di attenzione. Partendo dal Coronavirus, e quindi dal Covid-19, si sono verificate tante tragedie, tante morti, tanta sofferenza e di conseguenza tante paure. I governanti di tutti i Paesi si sono trovati a dover affrontare una situazione del tutto inedita, in molti casi difficile perché fatta di una lotta contro un nemico sconosciuto. Anche a livello politico, chi governa ogni Stato ha messo in campo strategie diverse per uno stesso fine: debellare la pandemia e riportare la normalità.
Purtroppo non sempre le soluzioni trovate da uno Stato sono state condivise da tutti gli altri Stati. Alcuni Paesi hanno messo in dubbio l’efficacia delle misure adottate da altri Paesi, seppur agendo in alcuni casi allo stesso modo. Cina e America sono un esempio chiaro e lampante di ciò. Gli Stati Uniti hanno considerato le decisioni prese dalla Cina, durante la fase iniziale Covid-19 e immediatamente dopo, lesive dei diritti umani. Parliamo delle misure restrittive per contenere i contagi ma anche dell’approvazione della legge sulla sicurezza di Hong Kong da parte dell’Assemblea Nazionale del Popolo, organo legislativo cinese. Per via di questa legge, gli Usa hanno accusato la Cina di privare Hong Kong della sua autonomia e hanno deciso di revocare lo statuto speciale di Hong Kong in base alla legge americana. “Sono affari interni della Cina”, ha commentato in un tweet l’ambasciatore di Pechino all’Onu, Zhang Jun.
Legge sulla sicurezza di Hong Kong: intervista ad Armando Soldaini
Su questa situazione, e non solo, abbiamo intervistato Armando Soldaini, presidente di ‘RomExpo International Consulting and Exhibition’. Mentre Trump ha richiesto l’intervento dell’esercito per reprimere le proteste pubbliche scoppiate a causa del caso George Floyd, il giovane di colore morto dopo essere stato accusato di avere una banconota falsa, ha anche condannato la Cina per la legge sulla sicurezza a Hong Kong. Cosa che Soldaini considera strumentale. Ciò che serve, secondo lui, è più una soluzione politica, non militare. Sostenendo la libertà della Cina di agire in modo autonomo sul proprio territorio, così come per ogni Stato, sempre nel rispetto dei diritti umani, il presidente di RomExpo considera auspicabile una discussione politica superiore rispetto al vantaggio economico di una parte o dell’altra. “L’interesse del mondo – dichiara nella nostra intervista – non è nella supremazia dell’economia ma è nella supremazia dell’essere umano e nell’internazionale pacifica tra tutti i popoli del mondo”.
di Donatella Briganti