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Nepal: continuano le ricerche, sale a ottomila il bilancio delle vittime

di Zenab Muhammad

Lo scorso 25 aprile il Nepal ha subito un grave terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter, che ha devastato l’intero Paese uccidendo quasi 8mila persone, provocando cento vittime anche nella vicina India e Cina. Il Nepal è stato colpito da oltre 70 scosse di assestamento, una breve scossa si è verificata domenica pomeriggio scatenando di nuovo il panico fra i residenti. Solo una manciata di 80 case del villaggio di Pauwathok rimangono abitabili, per lo più composte da mattoni e fango, molte sono danneggiate in modo irreparabile, inoltre alcune famiglie, con i detriti delle loro case distrutte, hanno costruito un riparo per poter dormire. I nepalesi, nella capitale di Kathmandu, presi dalla disperazione e accusando il governo di incapacità, si sono scontrati con la polizia antisommossa sequestrando le forniture di acqua in bottiglia.

“Il terremoto ha causato distruzioni inimmaginabili”, ha dichiarato Rownak Khan, un alto funzionario del Fondo delle Nazioni Unite in Nepal. “Gli ospedali sono sovraffollati, l’acqua è scarsa, i corpi sono ancora sepolti sotto le macerie e le persone dormono ancora all’aperto. Si tratta di un terreno di coltura ideale per le malattie”. Il bilancio delle vittime aumenta, e le Nazioni Unite hanno lanciato un appello di emergenza per sostenere le persone colpite dal devastante terremoto. Il piano di azione mira a portare avanti gli sforzi del governo per affrontare le esigenze più critiche rappresentate dal bisogno di acqua, riparo, servizi igienico–sanitari, cibo e protezione per i prossimi tre mesi. Il governo nepalese, insieme ai partner umanitari e internazionali, ha lanciato una massiccia operazione di soccorso nel periodo immediatamente successivo al disastro, con l’aiuto di medici che lavorano senza sosta alla ricerca di sopravvissuti e di cure mediche urgenti.

Le infrastrutture del Nepal erano notevolmente debilitate anche prima del disastro, con un Pil pro capite inferiore a 700$ l’anno. Il Nepal ha cercato di istituire nel 1994 un codice di costruzione in seguito ad un altro terremoto che causò la morte di 700 persone, ma si è rivelato essere sostanzialmente inadatto, a causa anche di molte abitazioni costruite senza nessuna supervisione di tecnici specializzati. A peggiorare le cose è la mancanza di strade asfaltate del Paese che impedisce ai soccorritori di raggiungere le zone dove c’è bisogno di maggior assistenza.

Il turismo è fondamentale per l’economia nepalese, rappresenta circa l’8% dell’economia. Il Monte Everest resta la destinazione più pericolosa per i turisti di tutto il mondo, infatti lo scorso fine settimana il terremoto ha innescato una valanga in cui hanno perso la vita di almeno 17 scalatori, e ben 200 persone sono ancora bloccati sulla montagna.

I miracoli esistono? Sono stati estratti vivi dalle macerie, dopo 10 giorni, un uomo di 60 anni e una suora di 23 anni nel distretto di Gorkha. Ci sono volute diverse ore per liberare un adolescente da un hotel crollato a Kathmandu, con la sua faccia incrostata di polvere e fango ma cosciente, è stato immediatamente portato in ospedale dopo 120 ore bloccato sotto le macerie.

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