Le Nazioni Unite tagliano fondi per i rifugiati siriani, ma per armare i terroristi i fondi non mancano mai
di Giovanni Sorbello
Il Programma delle Nazioni Unite per l’alimentazione mondiale è stato costretto a tagliare la metà della sua assistenza per i rifugiati siriani in Libano. Il Paese dei Cedri, che ha una popolazione di circa 4,5 milioni di abitanti, attualmente accoglie quasi 1,2 milioni di rifugiati siriani.
L’agenzia ha tagliato i suoi aiuti economici per i rifugiati siriani lasciandoli con uno “stipendio” mensile di soli 13,50 dollari, a causa della mancanza di fondi. L’agenzia delle Nazioni Unite fornisce ai rifugiati un voucher elettronico che permette loro di acquistare prodotti alimentari in vari negozi in Libano.
“Dal mese di luglio, il taglio dei finanziamenti è stato così drastico che siamo stati costretti a dimezzare il valore del contributo che diamo ai rifugiati”, ha dichiarato a Press Tv il portavoce del World Food Program, Dina el-Kassaby.
“Abbiamo bisogno di continuare ad avere gli aiuti perché fino a quando non si arriverà ad una soluzione del conflitto, i rifugiati continueranno ad avere bisogno della nostra assistenza”, ha aggiunto Kassaby.
Consapevoli di rischiare di cadere nella retorica, crediamo sia doveroso denunciare la complicità della comunità internazionale e dei vari Enti competenti nel finanziare e armare quei gruppi terroristici che stanno insanguinando quelle terre; purtroppo, la stessa complicità non la si riscontra quando c’è da garantire il minimo necessario a quell’umanità che hanno costretto alla fame grazie alle guerre che hanno scatenato e finanziato.