Le Nazioni Unite intimano rilascio bambini Rohingya
Più di 600 musulmani di etnia Rohingya sono stati imprigionati in seguito ad un giro di vite contro lo stato di Rakhine, nel Myanmar. Tra i detenuti ci sono molti minori.
In Myanmar questa minoranza etnica è da sempre perseguitata. Negli ultimi mesi circa 70mila Rohingya sono stati costretti a scappare dai propri villaggi verso il vicino Bangladesh dopo la dura repressione avviata dall’esercito birmano nei loro confronti.
Justin Forsyth, direttore esecutivo dell’Unicef, avrebbe fornito alla ministra birmana Aung San Suu Kyi dettagli in merito alla detenzione di decine di bambini nella prigione di Buthidaung. “La ministra ed il governo Birmano hanno confermato l’esistenza di un serio problema, riferendosi ai minori imprigionati, ma di fatto non hanno messo a punto alcuna seria risoluzione”, ha dichiarato Forsyth.
Lo scorso dicembre l’agenzia Onu per i diritti umani aveva denunciato che gli abusi contro il popolo Rohingya potevano essere classificati come crimini contro l’umanità. Ciononostante Aung San Suu Kyi, in un’intervista rilasciata alla Bbc, ha affermato che è improprio parlare di “pulizia etnica” contro la popolazione.
Il consiglio sui Diritti Umani della Nazioni Unite ha stabilito che invierà una missione in Myanmar per constatare le azioni di tortura dell’esercito e della polizia sui civili.
di Carolina Lambiase